Rassegna storica del Risorgimento
CIRILLO; EUROPA ORIENTALE IDEA NAZIONALE SEC. XIX; METODIO
anno
<
1986
>
pagina
<
160
>
Antigaribaìdinlsmo in Francia
151
In quasi tutti gli scritti serpeggia, inoltre, un acceso sentimento di anglofobia, ben più evidente dell'atteggiamento antiaustriaco: il governo britannico, al pari di quello piemontese, era considerato il mandatario di Garibaldi, il vero agent de révolte et d'insubordination favorisant partout le désordre au profit de ses ìntéréts commerciaux .XÌ In quest'ottica l' eroe , idolo degli inglesi, 51> appariva lo strumento, forse inconsapevole, dell' infernale politica del Pal-merston, K> tendente a trasformare la Sicilia, se non tutta l'Italia meridionale, in un possedimento della corona come Malta e Gibilterra.
Gli antiunitaristi temevano, quindi, una politica di espansione anglo-italiana nel Mediterraneo destinata a compromettere la balance of power in quell'area e la stabilità stessa della potenza francese. I cattolici ed i legittimisti introducevano nella polemica il contrasto di religione indicando neU'InghuV terra protestante il grande avversario dell'Europa cattolica.53' Così un anonimo legittimista scriveva: Pour que l'Angleterre domine souveraine en Italie, il convient que l'Italie soit protestante a54) e riduceva la questione romana ad una strumentalizzazione del governo inglese interessato a sottrarre la penisola, sia all'influenza asburgica, sia a quella napoleonica. 55>
Ma ancor più rappresentativo di tale linea d'attacco è l'opuscolo di Schauer nel quale Francia e Gran Bretagna risultano in posizione antitetica, l'una come protettrice di tutti i culti e della libertà, l'altra dominata soltanto dalla legge del profitto.56) L'una aveva combattuto a fianco di Vittorio Emanuele per sottrarre la penisola italiana al giogo austriaco, l'altra governava con pugno di ferro la cattolica Irlanda soffocando ogni aspirazione di autodeterminazione, sn Garibaldi, abbacinato dagli éloges romanesques et dorés del Palmerston e di Lord John Russell, come nuovo Wellington era penetrato in Sicilia approuvé par l'Angleterre, escompté par elle en argent, en muni-tions . *)
50) F. SAULNIER DE PIERREFOND, op. cit., p. 13.
li) A differenza di quanto avvenne in Francia, il consenso dell'opinione pubblica inglese fu pressoché unanime. Su- questo aspetto e, più in generale, sulla posizione della Gran Bretagna di fronte all'evolversi degli avvenimenti italiani cfr.: D. BEALES, Britain and Jtaly, May-August 1860, in Archivio storico messinese, 1956-1957, pp. 9-11; Ib., England and Italy, 1859-1860, London, T.-Nelson, 1961; D. MACK SMITH, L'Inghilterra di fronte agli eventi italiani, in Atti del 39 Congresso di storia del Risorgimento Italiana cit.. pp. 411-444; A. CAMPANELLA, La legione britannica nell'Italia meridionale con Garibaldi nel 1860, Palermo, Fondazione Ignazio Mormino, 1964; L. GIANGROSSO, La politica Inglese e il piano di confederazione italiana dopo Vìllafranca, in [l Risorgimento, 1970, 3, pp. 93-116; G. CIAMPI, Gran Bretagna e Francia e il problema siciliano nel 1859-1860, in Nuovi quaderni del Meridione, 1980, 18, 69, pp. 43-53; M. DE LEONARDI S, L'Inghilterra e la questione romana 1859-70, Milano, Vita e Pensiero, 1980. Per ulteriore bibliografia cfr. A. CAMPANELLA, G. Garibaldi cit., pp. 569-573.
52) Francois li et l'Europe cit.. p. 17.
53) LA ROCHEFOUCAULD due de DOUDEAOVILI.E, Les catholiques, la France et l'Italie, Paris, Dentu, 1860. pp. 7-8,
34) Francois II et l'Europe cit., p. 15.
55) hi, pp. 15-16.
56) cfr. L. SCHAUER, Garibaldi, Naples et l'Angleterre, Paris, Dentu. 1860. *fó Ivi, pp. 5-6.
58) M, pp. 25-29. B '