Rassegna storica del Risorgimento
ESERCITO PONTIFICIO 1850-1870
anno
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1986
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pagina
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161
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152
Marina Milan
All'anglofobia era legala la polemica sul problema del non-intervento , che contrassegnò in particolar modo tutta la seconda fase della campagna del 1860: mentre gli unitaristi ed i filogaribaldini accoglievano con favore la scelta astensionistica dell'Imperatore, le parti avverse sollecitarono in ogni modo l'opinione pubblica al fine di ottenere un preciso impegno del governa francese volto a bloccare Garibaldi e a frenare le mire espansionistiche dei Savoia. s*>
L'intollerabilità della aperta violazione degli accordi di Villafranca e di Zurìgo, la necessità storica del mantenimento del potere temporale del Papato, il dovere della Francia di difendere gli interessi e la persona stessa del Pontefice erano alla base della richiesta di un intervento diplomatico e militare che coinvolgesse anche le altre potenze.
Per i legittimisti la richiesta divenne ossessionante durante l'assedio di Gaeta e nei primi mesi dell'esilio romano dell'ultimo re di Napoli, allorché fiorì una letteratura di intonazione apologetica preoccupata di suscitare una vasta eco di consensi attorno alla vicenda personale di Francesco II.
Lo sfortunato re, spodestato a causa della sua inesperienza e tradito dal re galantuomo , fu così al centro della propaganda legittimista che cercò di ribaltare le accuse di inettitudine politica che da alcuni decenni ricadevano sul ramo minore della dinastia borbonica e di orientare i ministeri degli esteri delle diverse capitali verso la formazione di una coalizione di potenze cattoliche antigaribaldina ed antipiemontese. *> Fra i tanti, pochi sono i libelli nei quali, pur nella faziosità, emerge un certo tentativo di analisi politica delle cause della sconfitta napoletana.
Per l'originalità del contenuto si impone la brochure di Saulnier de Pier-refond in cui si sostiene che Francia ed Austria, sia pur con motivazioni opposte, avevano reso impossibile la realizzazione di una Confederazione italiana sotto la presidenza del Pontefice; al tempo stesso la Francia era connivente con il governo di Londra, preoccupata soltanto di salvaguardare un'alleanza
59) Sulle scelte politiche di Napoleone III è interessante la testimonianza di H. H. D'IDEVTLLE, Journal d'un diplomate en Italie. Notes intimes pour servir à l'histoire du Second Empire, Paris, Hachette, 1872-1873, t. I, Twin, 1859-1862; t. II, Rome, 1862-1866 di cui esiste anche una recente edizione italiana Diario diplomatico romano, 1862-1866, a cura di G. ARTOM, Milano, Longanesi, 1979. Dello stesso autore cfr. anche Io., Les piémontais à Rome: Mentana la prise de Rome, 1867-1870, Paris, Vaton, 1874 (traduzione italiana I piemontesi a Roma, 1867-1870, a cura di G. ARTOM, Milano, Longanesi, 1974. 1982).
0 Salito al trono il 22 maggio 1859, Francesco IT era stato oggetto di attenzione anche da parte dei fautori della causa italiana come traspare da un opuscolo comparso due mesi dopo: in Le roi de Naples et l'Indépendance italienne, Paris, Dentu, 1859; l'anonimo autore sosteneva che il grave stato di arretratezza del Regno delle Due Sicilie era alla radice della crisi italiana ed auspicava che il nuovo re abbandonasse la politica reazionaria del padre e si schierasse a fianco dei francopiemontesi, tanto più che l'invio della sua flotta nell'Adriatico avrebbe potuto impegnare le forze austriache anche sul mare. Più in generale su Francesco II cfr. A, INSOGNA, Francois TI, roi de Naples, Paris, Lyon. 1897 (traduzione italiana, Napoli, Gambella, 1898); R. MOSCATI, La fine del Regno di Napoli, Documenti borbonici del 1859-1860, Firenze, Le Monnier, 1960; J. P. GARNIER, Naissance de l'Italie. Le dernier roi de Naples, Paris, Fayard, 1961; R. DE CESARE, La fine di un regno, 2 voli., ristampa, Roma. New Compton, 1975: P. IAOER, Francesco II di Borbone. L'ultimo re di Napoli, Milano, Mondadori, 1982.