Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO 1850-1870
anno <1986>   pagina <167>
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Marina Mi tari
diplomatiche con Torino erano state interrotte,90' ma era evidente che, alle Tuileries, prevaleva la tendenza a non interferire oltre negli affari d'oltralpe benché tale politica d'attesa, impostata da Napoleone III e manovrata dal Ministro degli Affari Esteri Thouvenel a Parigi e dall'ambasciatore Benedetti in Italia, danneggiasse in modo grave gli stessi interessi dell'Impero e com­promettesse l'indipendenza delio Stato pontificio e la sicurezza stessa di Pio IX, ormai in balia della rivoluzione.9J*
In questo modo Veuillot si faceva portavoce delle preoccupazioni degli ultramontani: Que deviendront la France, Rome et l'Italie, que deviendra le monde veuf du Pape? . Solo nel 1867 il polemista si lanciò direttamente contro Garibaldi per il suo intervento al Congresso di Ginevra e, riferendo sulla esemplare reazione dei cattolici svizzeri, parlò di Aspromonte mo­rale.93*
Negli stessi termini si manifestava rantigaribaldinismo dei cattolici libe­rali, rappresentati dalla dinamica personalità di mons. Dupanloup che, per quasi trent'anni, dottrinò la scena politica francese esercitando un'opera di mediazione determinante in quei settori dell'apparato statale attraverso i quali doveva passare il rilancio della cristianità offesa. Il vescovo di Orléans, la cui notorietà aveva valicato i confini della Francia, seguiva con lucido inte­resse ogni avvenimento italiano, impegnandosi come giornalista e scrittore in una appassionata battaglia a favore della Chiesa e del Papato che fu caratte­rizzata da un atteggiamento sostanzialmente ostile alle istanze del moto risor­gimentale. Così, il 18 gennaio 1860, cinque mesi prima dell'impresa garibal-
) Ivi, pp. 29-34.
91> Su questa tesi cfr. anche H. H. D'IDEVTLLE, op. ci'/., t. I, pp. 173, 267-272.
92J L. VEUILLOT, Le Pape et la diplomatìe eli., pp. 7-8.
93> J. J. HUGUET, op. cit., pp. 55-56.
**> Intransigente nel riaffermare il primato della Chiesa, conservatore sulla que­stione sociale, mons. Dupanloup era consapevole del fatto che il grado di consenso delle élites della borghesia era direttamente proporzionale alla capacità delle forze cattoliche di recepire le istanze positive della società moderna; il successo dell'anticlericalismo e del­l'ateismo poteva essere smorzato e ribaltato ma, per questo, era basilare entrare in concor­renza con la controparte con un impiego intelligente degli strumenti più idonei a diffondere capillarmente il rinnovato senso di una religiosità recuperata che avrebbe portato il laicato ad una azione cattolica più incisiva e svincolata dai rigidi canoni dell'intolleranza. Per un approfondimento del pensiero di mons. Dupanloup cfr.: Io., Oeuvres choistes, 4 voli., Paris, Perisse et Frères, 1862; 1D., Nouvelles Oeuvres choisies, 7 voli., Paris, Plon, 1873-1874; F. LAGRANGB, Vie de Mgr. Dupanloup, évèque d'Orléans, 3 voli., Paris, Poussielgue, 1886; E. FAGUET, Dupanloup, Paris, Hachette, 1914; R. AUBERT, Afgr. Dupanloup et le Syllabus, in Revue d'histoire ecclésiastique, 1956, pp. 79-142, 471-512, 837-918; ID., F. Dupan­loup, in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastique, t. XIV, Paris, Letourey et Ané. 1960, pp. 1070-1122; Io., Dupanloup et Róme. Mons. Dupanloup et les problèmes politiques de son temps, in Bulletin de la société archéologique et d'histoire d'Orléans,
1980.
95) cfr. F. DUPANLOUP. La brochure Le Pape et le Congrès. Lettre à un òatha-llque, Paris. Douniol, 1859; In., Seconde lettre à un catholique sur le démembrement dont les Elats Pontificaux sont menacés, Paris, Douniol, 1860; ID., Oraison funebre des vùlontaires cathuliques de i'armée pontificale morts póur Iti défensè du SaintSìège, le 9 octobre 1860; lo., La Convention du 15 septembre et l'Encyclique du 8 décembre, Paris, Douniol, 1865 (traduzione, La Convenzione del 15 settembre e l'enciclica dell'8 dicembre,