Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO PONTIFICIO 1850-1870
anno <1986>   pagina <172>
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Antigaribaldinismo in Francia
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Per Roget, l'unità era stata la conseguenza imprevedibile dell'alleanza segreta che legava Cavour, le plus intrèpide conspirateur de ce siede a Garibaldi, indebitamente insignito del titolo di generale. us> E su tale nomina si incentra tutta la sarcastica polemica dell'autore il quale, pagina dietro pagina, confuta le vittorie del 1860 respingendo le qualità di guerrier célèbre, illustre et mème invincible ohe l'opinione mondiale da decenni attribuiva al nizzar­do. m> In questa prospettiva, il dichiarato intento di demolire la leggenda del personaggio si risolve in una rilettura critica dei momenti più significativi dell'impresa del 1860, da Genova a Marsala, da Palermo a Messina, da Napoli a Gaeta, fondata sul presupposto della netta superiorità numerica e strategica delle forze napoletane cosicché ogni singola vittoria garibaldina si traduce in un successo apparente, dovuto a fortuna, al costante appoggio degli inglesi nelle acque del Mediterraneo o al tradimento di elementi borbonici. In parti­colare grande artefice della sconfitta appare il conte di Siracusa che si era legato ai piemontesi tramando con essi per indurre Francesco II alla resa. 120>
La conquista di Napoli segnò la svolta per lo stesso Garibaldi ohe, a poco a poco, sembrò perdere il ruolo di protagonista assoluto: Au milieu de ces succès inespérées et de la joie du triomphe, il y avait pour Garibaldi le revers de la médaille. En effet il ne dissimulait pas que la route de Naples à Gaète, l'or du Piémont et les machinations du Prince de Syracuse et autres n'avaient point preparé les victoires comme sur la route de Turin à Naples. Il craignait donc, en se dirigeant sur Gaète de courir à sa perte, où de voir s'évanouir le prestige de sa renommée: enfin de n'ètre plus l'invincible guerrier . m>
Il personaggio esce di scena per lasciare spazio all'eroe dei legittimisti, Francesco II. La appassionata ma mai esaltata difesa del re spodestato occupa così la parte centrale dell'opuscolo. Sostenuto dal vincolo di leale sud­ditanza del suo popolo, Francesco II avrebbe strategicamente operato per indurre il nemico ad avvicinarsi sempre più ai confini settentrionali del suo Regno dove, forte dell'appoggio delle forze francesi nello Stato pontificio, avrebbe sferrato l'attacco decisivo. Ma il tradimento del conte di Siracusa che determinò l'injuste agression du Piémont trasformò la battaglia del Vol­turno in una amara sconfitta. Solo l'intervento straniero avrebbe potuto salvarlo ma, au lieu de protester ces mèmes puissances témoignaient une indifférence que l'on ne peut qualifier per cui la caduta di Gaeta fu inevi­tabile.
Roget prosegue la sua analisi descrivendo l'infelice condizione delle po­polazioni meridionali, accusate dal governo centrale di fomentare il brigantag-
H8) ROGET, op. eli., pp. 2-3.
>>) ivi, p. 3.
12) Ivi, pp. 29-38. Sull'argomento cfr. J. P. GAKNIBR, Naissance de l'Italie cit., pp. 55-56; G. MUNDY RODNEY, La fine delle Due Sicilie e la Marina britannica. Diario di un ammiraglio, ristampa, Napoli, Berisio, 1966; L. RANDOGNA, Storia della Marina Militare delle Due Sicilie (1734-1860), Milano, Mursia, 1978, pp. 145-169.
12}) ROGET, op. cit., p. 41.
122) Ivi, pp. 49-51. Cfr. anche E. DE GUMOENS, La campagne de l'armée napolitaine du Volturne à Gaète, Lausanne, 1861. Su questa fase della campagna del 1860 cfr. A. MAN-GONE, L'armata napoletana dal Volturno a Gaeta 1860-1861, Napoli, Fiorentino, 1972.
123) ROGET. op. cit., PP. 62-63.