Rassegna storica del Risorgimento

GREGORIO XVI PAPA (BARTOLOMEO ALBERTO CAPPELLARI); STATO PONTIF
anno <1986>   pagina <406>
immagine non disponibile

406
Alberto M. Ghisalberti
stante che aveva conosciuto nella sua augusta sposa una inclinazione alla religione cattolica romana .
Spettacolo e opera di misericordia insieme fu quello di cui si potè godere, a pagamento, a Villa Borghese, ad opera di un aeronauta francese, il lionese Francesco Arban. Detratto un regalo , l'introito era messo a disposizione degli orfani colerici . Alzatosi in volo il 15 aprile, alle 4 pomeridiane, atterrò felicemente, un'ora dopo, nel territorio di Rieti, percorrendo circa 50 miglia in un'ora. Non fa meraviglia che un bravo contadino del luogo, primo ad assistere alla discesa, anziché darsela a gambe per la paura, si affrettasse ad accostarsi al misterioso individuo, che scambiò per un essere celeste, gli facesse varie domande, lo abbracciasse e gli chiedesse un terno sicuro...7'
Non tutto andava bene all'Arban che, carico di famiglia, stentava a mettere insieme il pranzo con la cena. Poteva sorridere, sia pure a denti stretti, della imitazione burlesca di un suo volo, ideata da un gruppo di giovanotti spensierati che riuscirono a far alzare in aria un pallone sul tipo del suo con a bordo un fantoccio, che doveva raffigurare l'aeronauta, e a farlo calare su piazza del Popolo...8* Ma questo non lo aiutava a sbarcare il lunario. Tanto più che gli fu persino sequestrato il pallone e monsignor Tesoriere si ostinava a non concedergli il permesso di eseguire un altro volo partendo dal Pincio e, per di più, il cardinale Vicario vietava, in ogni caso, che l'esperimento si potesse compiere di domenica. Per supe­rare l'opposizione sacra e profana l'Arban si rivolse direttamente al Pon­tefice, esponendogli la sua miseria e chiedendogli l'autorizzazione a... sfidar dei fulmini - l'inviolato impero .
Sua Santità, che fin dai tempi del cenobio, aveva acquisito maggior conoscenza delle infinite forme della miseria di quanta non potesse averne la gente della Curia, concesse il permesso per il volo e per la giornata di domenica e in più regalò all'Arban dieci gregorine.
Il volo si effettuò domenica 17, con qualche difficoltà iniziale perché la navicella ( paracadute per Roncalli, cestino per Chigi), per colpa del vento, s'impicciò agli alberi del piazzale del Pincio e l'Arban dovette faticare per liberarla, riportando qualche escoriazione al viso. Il successo dell'impresa, però, fu pieno: a sera l'apparecchio prendeva terra a Castel San Pietro, in territorio napoletano. All'indomani si portò a Rieti, dove fu accolto con grandi festeggiamenti. Arrivato felicemente a Roma la sera del
Q RONCALLI, op. cit. pp. 180-181. *> lui, pp. 182-183.