Rassegna storica del Risorgimento

GREGORIO XVI PAPA (BARTOLOMEO ALBERTO CAPPELLARI); STATO PONTIF
anno <1986>   pagina <410>
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Alberto M. Ghisalberti
ci sembravano lunghi ed interminabili, le ore ci parevano giorni. Nel mattino del 1 giugno ci parve di scorgere sul Ponte e nella vicina piazza un moto straordinario: passavano continuamente dragoni e carabinieri a cavallo, qualche volta al galoppo, spediti certamente per comunicare le novelle del Papa, lì moto delle carrozze de' cardinali e de' monsignori era continuo e grande: anche nel Forte si vedeva un moto non comune di soldati e di persone non prima vedute: noi ne argomentammo che il Papa era moribondo, e ci confermò questa idea il vedere sul far della sera raddoppiarsi il moto per la città. E quantunque il caporale allorché venne a chiuderci nelle nostre prigioni nulla volesse dirci (forse egli non si era neppure interessato di tale nuova) tuttavia noi ne eravamo quasi certi, anche per le nuove che ne ricevevamo di fuori.
Nel mattino del 2 giugno poco dopo l'apertura delle nostre porte la nostra vedetta si fece a gridare: "Venite, venite, è fatta"; volammo quasi tutti ai due finestroni dai quali si vedeva il Pon­te, e quelli che poterono affacciarsi videro la moglie di Malk-nek (sic) che sul Ponte faceva delle braccia un telegrafo, fa­cendo con esse il moto col quale suole indicarsi un capitom­bolo. La nostra gioia fu inesprimibile. Alcuni ballavano, altri urlavano come pazzi, taluni piangevano e ridevano ad un tempo, altri volevano abbracciare e baciare tutti, e taluno si abbando­nava già alla speranza di un'immediata liberazione. Finalmente l'ebrezza della gioia si acquetò e successe un poco di calma . 16>
Della fine di Papa Gregorio, della confusione che ne seguì e delle voci che allora corsero ha raccolto ricca documentata testimonianza lo Schmidlin, dalla quale si ricava l'impressione che le ore che precedettero e seguirono la morte debbano essere state davvero, come egli afferma, tenibili.17) Il morente sarebbe stato lasciato solo senza soccorsi, mentre i servitori si precipitavano a impadronirsi di quello che era a portata di mano, tanto che per calmare la sete che lo tormentava bisognerà andare alla ricerca di un bicchiere. Questo abbandono, spiega il Silvagni, fu la consegna data di non fare entrare alcuno nella stanza; anche il fedele
M> Ved. GALLETTI, op. ci/., pp. 246-248. Anche il futuro ministro di Pio IX accoglieva la voce di presunti errori dei medici.
17> I. SCHMIDLIN, Hìsloire des Papes de l'epoque contem porcine, Lione-Parigi, 1940, t. I, p. II, pp. 402-404; cfr. le succinte note di CHIGI, Diario cit., pp. 175-177; C. SYLVAIN, Crégoire XVJ et son Pontificai, Lilla-Parigi, 1889, pp. 358-359; DAVID, SILVAGNI, La corte e la società romana nei secoli XVIII e XIX, ristampa Napoli, Berfeio, 1967, voi. Ili, pp. 364-367,