Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO
anno
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1986
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All'Istituto del Risorgimento
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una Olivetti, ma criticava chi si cimentava in un mestiere che forse non era il suo.
Quando Ghisalberti assunse la presidenza, i volumi della Biblioteca Scientifica erano 51; quando la lasciò 124. Alle due serie tradizionali Fonti e Memorie si era affiancata quella degli Atti dei Congressi.
Per un tacito accordo, al momento della creazione dell'Istituto storico per l'Età Moderna e Contemporanea, quello del Risorgimento rinunciò alla edizione delle fonti diplomatiche concernenti i rapporti tra gli Stati preunitari e quelli europei, in quanto Gioacchino Volpe voleva poter pubblicare i lavori degli allievi della sua scuola.
Non so, invece, la ragione per la quale i Carteggi Ricasoli entrarono a far parte delle Fonti per la storia d'Italia , pur essendo stati impostati dalla Società nazionale e dal Comitato nazionale per la storia del Risorgimento. Lo volle, probabilmente, Giovanni Gentile.
Quanto alle edizioni di fonti diplomatiche, Ghisalberti mantenne i patti ai quali, però, non si ritenne vincolato per quegli Stati che esulavano dai programmi dell'altro Istituto. Pubblicò i documenti statunitensi e quelli portoghesi, così come la Sua volontà di inserire il Risorgimento in un quadro internazionale gli fece accettare gli studi di Angelo Tamborra sull'Europa orientale. Non furono trascurate, naturalmente, fonti più propriamente italiane come epistolari, cronache, rubriche di polizia.
Anche la serie Memorie raggruppa volumi basati su una larga documentazione inedita. Molti illustri storici non dimenticano che i loro primi lavori furono accolti con entusiasmo da Ghisalberti. Il quale riteneva che fosse compito dell'Istituto farsi editore di quei testi scientifici che non trovavano accoglienza presso gli editori se non... a pagamento.
Quanto agli Atti dei Congressi, purtroppo e questo è un difetto i primi sono inseriti nella serie Memorie. Fortunatamente l'Indice permette di ricostruirne la sequenza.
I congressi che come dicevo erano i soli che si tenessero regolarmente in Italia in campo storico, assunsero un carattere sempre più rigidamente scientifico, soprattutto quando si prese l'eroica decisione di sopprimere le comunicazioni per lasciar spazio solo a relazioni e discussioni". E questo fu fatto a rischio di rendere sempre più difficile l'organizzazione al Comitato che se ne era assunto l'onere. La scelta del tema del Congresso, della suddivisione delle relazioni e il nome dei relatori erano e sono di spettanza assoluta della sede centrale.
Per il rispetto e la gratitudine che ha sempre sentito per i soci, però, Ghisalberti volle che i Congressi fossero riservati a loro, affiancati da invitati stranieri in numero maggiore o minore secondo le possibilità finanziarie, quelle che non dimentichiamolo mai hanno sempre condizionato l'azione dell'Istituto e i sogni di Ghisalberti. Come non ricordare i non italiani fedelissimi al richiamo che giungeva loro dall'alto del Vittoriano? Leggete le relazioni ai Congressi, leggete le discussioni e vi accorgerete che Ghisalberti senza sputare sentenze o pronunciare frasi bibliche, ha veramente portato alla barca dell'Istituto rematori che, fino a quel momento, non si erano mai sognati di occuparsi di storia- italiana. Di letteratura e arte si; ma di storia?