Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO
anno
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1986
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pagina
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439
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All'Istituto del Risorgimento 439
Cortese, Valsecchi, Maturi, Re, Codignola, Marchetti e Morelli, mentre valorizza i presidenti dei Comitati membri di diritto della Consulta. La quale si radunerà per la prima volta, dopo il 1933, il 23 settembre 1952 a Mantova, in occasione del Congresso, in una seduta che gettò le basi della piena autonomia dei Comitati attraverso una modifica dell'art. 6 del Regolamento. I presidenti saranno eletti dai loro soci e a Roma si prenderà solo atto della regolarità delle operazioni di voto.
Finalmente, U 1 marzo 1955, viene approvato il Suo Statuto. Ghisalberti guarda al futuro, certamente. Ha voluto che tre presidenti di Comitato entrassero a far parte del Consiglio di Presidenza e che la Consulta, composta dai Presidenti dei Comitati, dovesse approvare i bilanci. Ha voluto, dico, perché poteva benissimo evitare la riforma. Le amarezze che aveva dovuto sopportare nei vent'anni della sua fatica, però, non può dimenticarle. Prima di pubblicare sulla Rassegna il testo del nuovo Statuto scrive che l'Istituto era nato dalla trasformazione della Società per il convincimento della maggior parte degli studiosi che fosse giunto il momento di imprimere un più deciso carattere e andamento scientifico all'anziano e glorioso sodalìzio. Tradotto, voleva dire che non era stata una imposizione fascista. Continuava: Malgrado le difficoltà dei tempi, le opposizioni più o meno velate, più o meno in buona fede di molti, il timore di novità di altri, bisogna riconoscere che quel tentativo ha dato i suoi frutti. Senza rinnegare l'onesto e operoso passato della Società Nazionale, oggi l'Istituto può guardare con qualche orgoglio all'attività svolta in questi vent'anni per merito di tutti i suoi soci e di tutti i suoi dirigenti e trarne motivo di fiducia per l'avvenire . Spero che i miei lettori meno giovani si rendano conto che, allora, bisognava avere una grande dirittura morale e un certo coraggio civile per non rinnegare quello che era stato fatto nel periodo fascista.
Nello Statuto del 1957 si parla di Consiglio di presidenza composto da sette membri effettivi designati dai Presidente. Di più non aveva potuto ottenere per non diversificare troppo il nostro dagli altri Istituti storici. Il sogno dì Ghisalberti, però, era rafforzare la componente scientifica e per far questo l'unico modo era uno stretto -legame con l'Università. Gli passò per la mente anche l'idea che la funzione di presidente dovesse cessare con la Sua andata fuori ruolo. Ho sulla coscienza di essermi opposta a questa soluzione. Pensavo che l'abbandono dell'insegnamento sarebbe stato per Ghisalberti assai doloroso non potevo prevedere il futuro e se, contemporaneamente, avesse dovuto allontanarsi anche dal Suo Istituto, la vita sarebbe stata vuota e, direi, finita per Lui.
Perché il nostro Statuto è stato modificato tante volte, 1955, 1957, 1967, 1974? Leggete il susseguirsi di nuove norme per la composizione del Consiglio di Presidenza e ne avrete la spiegazione. Nel 1967 chi avrebbe pensato allora di essere alla vigilia di mutamenti così radicali dell'insegnamento superiore? il Consiglio risulta composto dei professori universitari di ruolo di Storia del Risorgimento e dei professori universitari che avessero insegnato la stessa disciplina o ne avessero vinto un concorso; di tre professori di ruolo di materia affine, cooptati dai membri effettivi; di cinque membri eletti dalla Consulta.
Se, nel 1956, Ghisalberti era circondato già da Cortese, Valsecchi, Maturi, Valeri, Bulferetti. Moscati, Morelli, ora, nel 1967, si aggiungono Passerin d'Entrèves, Romeo e Garosci; l'anno dopo, Ponzi, Galante Garrone, Pischedda,