Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
anno
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1986
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pagina
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449
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ALBERTO M. GHISALBERTI E L'ULTIMA GUERRA DEL RISORGIMENTO
All'indomani della morte del grande Maestro della storia del Risorgimento, Alessandro Galante Garrone delineò sulla Stampa un umanissimo ritratto di lui e, nel chiuderlo, scrisse che, forse, il suo ultimo pensiero era andato ai ricordi della prima guerra mondiale, quella guerra, che aveva rappresentato, per lui, l'esperienza fondamentale della sua esistenza. È stato proprio così; o, almeno, posso testimoniare che l'ultima parola intelligibile pronunciata, nella sua agonia, si riferiva a una precisa denominazione topografica: la passerella di Volarje, che scavalcava l'Isonzo, tra Caporetto e Tolmino, ed era a quei tempi l'unico passaggio sul ceruleo fiume, che scorreva profondo nell'alveo, che si era scavato, tè A quei tempi ; cioè nell'anno 1915, quando Alberto M. Ghisalberti combatteva sui monti, che circondano un'alta valle alpestre, lo Sleme, il Merzli, il Monte Rosso e, più. discosto e sovrastante, il Monte Nero.2) Di lassù si scorge verso Nord il monte Canino, lo Javorcek e, a nord-ovest lo Stol e a Ovest il Matajur e la sella di Luico, di dove si scende a Cepletischis e si va a Cividale, per una strada meno esposta alla vista e al tiro, di quel che non sia la valle del Natisone.
Ai tempi del combattente Alberto M. Ghisalberti e ai tempi del suo più vecchio scolaro (che altro vanto non può avere rispetto ai più illustri, se non quello della maggiore età) quella conca e quei monti, che la sovrastano e si distendono all'orizzonte, ci furono familiari, se si può dire familiare di un monte, che cela un'insidia mortale. Per una singolare circostanza, Maestro e discepolo avevano combattuto lassù, a un quarto di secolo di distanza, una guerra che, non vi è dubbio, era stata esaltante e liberatrice per il Maestro, infausta ed oppressiva per il suo scolaro. Passate l'Alpe e tornerem fratelli erano parole, che esprimevano un antico programma di lotta, tornato ad essere attuale per il Maestro. Lo scolaro, dal canto suo, ignorava che qualcuno aveva rovesciato quelle stesse parole e le rivolgeva
i) Mi strappassero gli occhi , scriveva Adolfo Omodco, rivedrò sempre nella mente [...] l'Isonzo azzurro come lo vidi la prima volta che lo passai. Ma bando ai ricordi. Siamo sul Piove, e bisogna aver un cuore fermo. Il Piave non è azzurro: è grigio acciaio . A. OMODBO, Lettere. 1910-1946, Torino, 1963, p. 298. Chi non ha visto lo storico fiume alla stretta di Caporetto non sa che cosa sia l'azzurro vero . A. M, GHISALBERTI, Ricordi di uno storico allora studente in grigioverde. (Guerra 1915-1918), Roma, 1981, p. 79.
2) La conca di Krn [Nero] contemplato dall'alto silenziosa sotto la neve , o risonante di ferro, zolfo, picrato , durante un bombardamento (ivi, p. 123).
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