Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
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1986
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Vittorio E. Giumella
parte degli studenti usciti in massa dagli atenei della Penisola, tra la fine del maggio e il giugno del 1915, condividevano, come la meta essenziale della prospettiva risorgimentale, che ora si poteva portare a compimento. 10>
Con il ricordo di Roma, siamo partiti dalle caserme di Prati nel giugno del '15 per "l'ultima guerra del Risorgimento", studenti d'ogni parte d'Italia, che, nell'Ateneo romano, sotto la guida di maestri ancor vivi nella memoria, avevano inteso la validità eterna dell'ammonimento mazziniano: Senza Roma non v'è Italia possibile. Là sta il santuario della nazione. u> Allievo di Michele Rosi (e il rapporto non si interromperà durante la guerra, come testimoniano le lettere a lui riportate nei citati Ricordi) Alberto M. Ghisalberti aveva rinvigorito alla sua scuola la passione per il Risorgimento sorta in lui per le memorie domestiche (il nonno paterno aveva assistito alla partenza degli austriaci da Venezia, nel 1866, e, indicandoli al padre aveva esclamato i va via! i va via! ) e per le prime letture da ragazzo. l2> Più tardi, ricordando la sua partenza per il fronte, accennerà anche agli insegnamenti dei suoi maestri carducciani, Giovanni Federzoni, le cui lezioni di letteratura italiana aveva ascoltato al Liceo, e suo padre, che maestro ufficialmente non era, ma era il più grande dei maestri e quella guerra gli era, perciò, apparsa, indubbiamente, come egli scrive, una guerra del Risorgimento, l'ultima guerra del Risorgimento.13) Interventista intervenuto aveva anch'egli, come non pochi nazionalisti e molti ufficiali effettivi, avuto la tentazione triplicista, ma ad aiutarlo a liberarsene era stato proprio il padre: mi lanciò un'indimenticabile occhiata eravamo su una panchina accanto al Tempietto di Villa Borghese e mi gridò, lui, il bambino del Sessantasei veneziano, "E tu, mio figlio, combatteresti accanto agli Austriaci?".
1Q) L'intervento, nel sentimento della maggior parte di coloro che l'avevano voluto, o comunque a deliberazione presa, l'approvavano, fu intonato a patriottismo risorgimentale, ad irredentismo giustificato dalla sicura italianità di Trento e Trieste (L. VALIANI, La politica italiana nel 1918, in Atti del XLIV Congresso di storia del Risorgimento italiano, Roma, 1970, p. 84. Anche il Pieri sostiene che Non c'è dubbio che la tradizione del Risorgimento, intesa nel binomio Trento e Trieste, ebbe un peso notevole, preponderante: t nove decimi degli studenti, ad esempio, intendevano la guerra con questo specifico scopo . Intervento di Piero Pieri sulla relazione di HENRY CONTAMINB, L'Italie dans la grande guerre: remarques d'un Francais, après cinquante ans, in Atti del XLIV Congresso, cit., p. 255.
M> A.M. GHISALBERTI, Ricordi, cit., p. 7. "L'ultima guerra del Risorgimento" era il titolo che a grandi caratteri campeggiava nella prima pagina della Tribuna, quotidiano giolittiano, la mattina del 24 maggio 1915 (A. M. GHISALBERTI, Vecchi libri, vecchi amici, in Rassegna storica del Risorgimento, luglio-settembre 1971, p. 454). Ma era già stata una definizione ricorrente nelle manifestazioni Interventiste.
12) Anche la passione per la storia del Risorgimento, che era sorta in me fin da bambino e per i ricordi di casa e per la sudata lettura delle Mie prigioni [...] fu alimentata in guerra [...] Quello fu il primo libro che mi fece prendere contatto con il Risorgimento (A. M. GHISALBERTI, Vecchi libri, vecchi amici, cit., p. 448). Nell'elenco dei tanti libri comperati nelle retrovie, o che, tramite il padre, funzionario delle Ferrovie, salivano in trincea e erano rimandati a casa dopo la lettura, molti riguardavano protagonisti ed- eventi del Risorgimento, come il Felice Orsini del Luzio; Garibaldi nel Trentino. Cronaca e documenti, edito nel 1915 da Rava, La liberazione di Roma nell'anno 1870, di Raffaele Cadorna; Garibaldi e la difesa della Repubblica romana; Garibaldi e i Mille,
tf) A.M. GHISALBERTI, in Atti del XL1 Congresso, cit., p. 11.