Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
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1986
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Vittorio E. Giumella
to. 18> Dopo gli amari ricordi del '66 e del 70 , scrive Vittorio De Caprariis, la nuova guerra che si sarebbe fatta come ideale e pratico prolungamento di quelle ottocentesche avrebbe veramente compiuto l'opera del Risorgimento riscattando non solo le terre irredente ma il nome stesso italiano e contribuendo alla crescita della nazione . ,9>
I ricordi più esaltanti del Risorgimento, quelli che placavano le tristezze per gli insuccessi, erano quelli delle spedizioni garibaldine, dentro e fuori delle strutture militari ufficiali, con il rammarico, che non teneva conto della concreta situazione strategica, dell'arresto a Bezzecca della offensiva verso Trento, mentre alla melanconica liberazione di Roma si contrapponeva la bandiera strappata ai prussiani a Digione e la magnanimità del condottiero venuto in soccorso di chi gli aveva tolto la patria. La leggenda garibaldina aveva, ancora una volta, spinto al soccorso della Grecia nel 1897. La lapide che nel cortile della Sapienza ricordava Antonio Fratti caduto a Domokos, in vista delle Termopili, accendeva l'animo del Maestro e rattristava il discepolo andato a combattere contro i Greci e gli ricordava in quei giorni angosciosi quel che seguiva nella lapide: Perpetuando la leggenda universitaria che dà sangue ove vi è libertà.20) Agli interventisti del 15 era un altro sprone, come lo era stato il volontarismo dei garibaldini delle Argonne nell'anno precedente.21) Ma già sul finire del 1914 Eugenio Chiesa alla Camera dei deputati aveva propugnato l'intervento a fianco della Francia e dell'Intesa ricordando il patriottismo dei repubblicani del Risorgimento, e aveva citato le parole di Mazzini a Carlo Alberto: Sire, passate il Ticino e saremo tutti con voi! e, per maggiore chiarezza, aveva concluso: Signori, avete inteso . w Avvenuto il passaggio dell'Isonzo, si può parlare di una rina-
18) Piero Pieri, intervenendo sulla relazione di Luigi Salvatorelli al Congresso di Trento, diceva: non è affatto vero che i soli nazionalisti volessero anche un'affermazione del valore militare degl'Italiani: la voleva, dopo gl'immeritati e tanto rinfacciati insuccessi di Novara e Custoza e Lissa e Adua, la massa degl'interventisti, ma non già per opprimere gli altri popoli, ma per mostrare innanzi tutto al mondo che anche gl'Italiani sapevano battersi e morire! Altro che guerra per la guerra (Atti del XLI Congresso, cit., p. 50).
19) V. DE CAPRARIIS, Partiti ed opinione pubblica durante la guerra, in Atti del XLIV Congresso, cit., p. 111. In questi ragionamenti, scrive ancora il de Caprariis, v'era certamente qualcosa di rozzo e materialistico ma intanto essi consentono di misurare quale incubo fosse stato per generazioni di italiani il ricordo di Custoza e di Lissa, e di quale ansia di liberazione si alimentasse la revisione risorgimentale che si è detta (ivi). Legato ai ricordi infausti delle battaglie del Risorgimento sembra essere anche lo Slato maggiore italiano ancora nell'ultimo trentennio dell'Ottocento, quando orientava studi strategici e manovre militari sulla eventualità di una invasione dalla valle dell'Adige, prendendo a fulcro della difesa le fortificazioni del Quadrilatero, tra Mincio e Adige.
30) Anche da Trieste partirono volontari per la Grecia. Lo ricorda CARLO SCHIFFRER, L'attesa di Trieste, in Atti del XLIV Congresso, cit., p. 33.
2i) A Roma i funerali di due nipoti di Garibaldi caduti nelle Argonne nel gennaio del '15, diedero luogo a grandi manifestazioni.
22) La discussione alla Camera dei deputati sulle dichiarazioni del governo intorno alle giuste aspirazioni nazionali da affermare e da sostenere , nel quadro di una vigile ed armata neutralità, avvenne il 3 dicembre 1914. Si veda, in proposito, V. DE CAPRARIIS. op. cit., p. 151.