Rassegna storica del Risorgimento

GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
anno <1986>   pagina <455>
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L'ultima guerra del Risorgimento 455
scita di spiriti garibaldini in seno al sacro entusiasmo del '15? Piero Melograni sostiene che, fuori di una minoranza di intellettuali e, soprattutto, della sinistra repubblicana e riformista, non si può parlare di una ritrovata tradizione garibaldina generale ed operante,23* un richiamo, semmai, che ebbe maggiore influenza in regioni, come quelle emiliane e romagnole, dove la tradizione garibaldina si era trasformata in una militanza politica repub­blicana, che si espresse nell'arruolamento volontario.24> Ma proprio questa matrice ideologica del volontariato spinse il governo a impedire la forma­zione di battaglioni garibaldini autonomi, che erano stati proposti anche dagli studenti universitari a Bologna, a Genova e a Padova.
Adolfo Omodeo, commentando le lettere e gli scritti dei caduti, sottolinea spesso l'afflato mazziniano e garibaldino, che li pervade. Nelle lettere più belle, in cui si manifesta un pensiero politico, scrive dal carcere alla moglie Ernesto Rossi, che alla guerra aveva partecipato volontario, esso si ricollega sempre alla tradizione mazziniano-garibaldina. Era questo pensiero altamente umano, che dava una fisionomia spirituale inconfondibile ai nostri combat­tenti, consapevoli dell'ora che stavano attraversando, e faceva loro sentire come ben dice l'O. l'assoluta impossibilità di una pax germanica . M Ma l'Omodeo percepisce chiaramente anche quel che è vivo come tradizione vivificante nell'oggi,27) e quel che appartiene irrimediabilmente al passato: Il compito del garibaldinismo era del tutto diverso , scrive in una lettera dal fronte alla moglie, allora bastavano pochi avventurosi per scrollare vecchi edifici tarlati come l'assolutismo metternichiano, lo stato borbonico, la teocrazia papale (eppure, quale vicenda di delusioni e di tracolli), ed ora si tratta d'animare la pigra mole di tutta la nazione fin nelle ultime molecole, di farla resistere al paragone e al cozzo di organismi nazionali e statali ben
23) p.. MELOGRANI, op. cit., p, 11. Nella minoranza egli include gli intellettuali del partito nazionalista . Su questa sua affermazione avrei qualche dubbio, almeno per quel che ricordo dei mei rapporti giovanili e familiari con qualcuno di essi. Evidentemente si vedeva in Garibaldi l'eroe del Risorgimento, uno dei quattro grandi, ma si esprimevano riserve sul garibaldinismo contemporaneo. Più rigida ideologicamente era l'opposizione al mazzinianesimo e allo stesso Mazzini. Sarebbe, in ogni caso, una ricerca da approfondire.
24) A. SERPIERI, La guerra e le classi rurali italiane, Bari, 1930, p. 36.
25) p. MELOGRANI, op. cit., p. 23. Il Melograni scrive che anche il ministro dell'interno continuò a reprimere i tentativi di organizzare arruolamenti da parte di comitati profes­santi princìpi sovversivi segnatamente repubblicani , per cui i nipóti di Garibaldi dovettero arruolarsi nell'esercito regolare ((Vi, p. 24).
26) La lettera (citata da Alessandro Galante Garrone neW'Introduzione alla citata edizione del volume deJTOmodeo, pp. x-xi) porta la data del 3 settembre 1938, mentre pendeva la minaccia hitleriana, alla quale si credette a Monaco di aver posto riparo. Ernesto Rossi aveva presente il ricatto di una nuova pax germanica e scriveva: La parola dei giusti ci conforta ora e ci fa sentire il dovere di continuare l'opera .
27) Giosuè Borsi, del quale molti tra gli intellettuali combattenti conosceranno gli scritti e imiteranno 1 gesti, scriveva, nel momento di partire per il fronte: Chi mi avrebbe detto che un giorno sarei andato incontro alla morte come Mameli, Manara, Medici; che avrei combattuto in una guerra del Risorgimento, con lo stesso animo dpi garibaldini, con le stesse canzoni, contro lo stesso nemico (G. BORSI, Lettere dal fronte: (Agosto-novembre 1915), Torino, s.d., p. 132).