Rassegna storica del Risorgimento

GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
anno <1986>   pagina <458>
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Vittorio E. Giuntella
precisa Galante Garrone, il desiderio di ritrovare la luce che aveva irra­diato la sua giovinezza.4) Questa luce l'Omodeo ricercava nel sacrificio consapevole di chi l'aveva condivisa. Si rileggano le pagine dedicate al caporal maggiore Gaetano Filastrò, maestro elementare calabrese, caduto nel vallone di Doberdò il 14 ottobre 1916: Aveva un'intima repugnanza per la violenza e il sangue: ma fautore convinto dell'intervento italiano e della guerra restauratrice del diritto violato, aveva cercato di conciliare i contra­stanti sentimenti in un servizio che gli facesse correre tutti i rischi, e gli consentisse insieme d'esplicare la sua opera non a perdere, ma a salvare vite umane . 42> In un suo diario, nel quale l'Omodeo ritrova risonanze lette­rarie dell'Abba, scriveva che l'unica giustificazione della guerra in atto era impedire che domani possa risorgere la guerra crudele e feroce, e sulle libere nazionalità si riversi l'incubo della tirannide teutonica . Questa è la sola ragione che valga a giustificarci dinanzi al tribunale dell'umanità, e che farà più bello il nostro sacrificio; che se la ragione della guerra italiana fosse stata soltanto il "sacro egoismo" e se noi fossimo stati dei freddi calcolatori, avremmo potuto accontentarci del parecchio, compenso alla viltà.43) Un debito gravissimo per l'avvenire, commenta l'Omodeo, que­sto di aver sfruttato l'ideale e il sogno da parte dei politici e di averlo deluso . ) Come ricorda Aldo Garosci, alle parole sacro egoismo del Salandra si volle attribuire la caratterizzazione della specifica posizione ita­liana e divennero celebri quanto la "necessità che non conosce legge" e i "pezzi di carta" del cancelliere tedesco . Come la ragione di Stato era stata invocata nella polemica se gli articoli della Triplice impegnassero ancora l'Italia, così si finì per discutere apertamente di compensi, di confini, di sicurezza militare, di territori e di città, quando il problema si era per altre nazioni trasformato in problema di sopravvivenza e di destino .45) Gli ideali universali di pace, di diritti nazionali, di umanità restarono patrimonio indi­viduale, osserva ancora il Garosci, e la coalizione, che aveva sostenuto l'intervento, non potè formulare in modo unitario che i fini degli acquisti precisi e limitati di territorio, i quali erano già fini dello Stato e del governo, presentandosi tuttavia come il compimento dell'unità e dell'opera del Risor­gimento . *> È una conclusione molto triste, ma che contiene molti elementi di verità qualora l'esame si sposti dagli ideali dei combattenti alla real-politik dei governanti. A proposito del Vajna, l'Omodeo osserva che il motivo mazzi­niano delle nazionalità risorte aveva un'ascendenza cristiana: invece di urtarsi per cupidigia di dominio si affratellano, si riuniscono in più vasta sintesi, è un motivo di sapere quasi cattolico, nel senso più nobile della parola, germogliato dall'antica civiltà italiana, esperta e disillusa delle ege-
*w Ivi, p. xxxix.
42) A. OMODEO, Moménti eh., p. 214.
) Ivi, p. 217.
40 Ivi, p. 214.
45) A. GAROSCI, Mutazioni di equilibri e' ideali politici nei corso della prima guerra mondiale, in Atti del XLIV Congrèsso, eh., p. H5.
*5> Ivi, p. 137.