Rassegna storica del Risorgimento

GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
anno <1986>   pagina <459>
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L'ultima guerra del Risorgimento 459
monie, non disposta a ricadérvi e indirizzata decisamente all'universale. Per questo, egli dice, il Vajna si sforzava di fare accettare ai cattolici demo­cratici un programma mazziniano , 47> per questo poteva considerare l'inter­vento come il meriggio dell'alba risorgimentale, che era stata l'alba di tutte le libertà , perché ora tutto è rimesso in discussione . 48>
Sul piano storico non vi è dubbio che dalle idealità nazionali abbia tratto un impulso determinante la prima guerra mondiale, anzi che essa, come scrive Angelo Tamborra, fu l'ultima guerra combattuta in nome del diritto di ogni nazione a costituirsi in Stato . 49> Proprio per questo suo carattere, la guerra iniziata nel 1914 possiede tutti gli elementi di un conflitto risorgimentale , attraverso i quali i vari movimenti di risorgimento nazio­nale trovano finalmente ampia e tormentata soddisfazione.X) Il Congresso delle nazionalità oppresse dall'Austria-Ungheria, tenutosi a Roma nell'aprile nel 1918, aveva in taluni dei suoi promotori una sua consapevolezza risor­gimentale , non fosse altro perché si ricollegava alla presenza garibaldina nelle rivoluzioni nazionali dell'Ottocento ed ai messaggi mazziniani.51) Ora è proprio nel Congresso di Roma che si manifestano i contrasti tra una concezione mazziniana dei rapporti tra le nazioni e un disegno politico di espansione, che le clausole, non più segrete, del Trattato di Londra sembra­vano aver assicurato, ma che i princìpi wilsoniani del gennaio contraddice­vano in qualche punto, quando affermavano che la divisione dell'impero asburgico avrebbe dovuto avvenire secondo linee di chiara nazionalità . Carlo Schiffrer, in una molto acuta relazione presentata al Congresso di Trieste del 1968 e pubblicata postuma, afferma molto recisamente che nessuna linea geografica , per quanto capricciosa, poteva dividere netta­mente le due nazionalità italiana e slava e che vi era una zona di transizione tra due mondi diversi, quello delle città italiane e dei villaggi slavi, nella
fl) A. OMODEO, Momenti cit., p. 157.
48) Spesso nella nostra prima gioventù una nostalgia amara e indolente ci ha fatto sospirare esclamando: "Dio! che cosa c'è più da fare? Aver vissuto coi nostri nonni, aver respirato l'aria sacra del quarantotto, l'alba di tutte le libertà". Ebbene io vi dico, che la nostra voce fu stolta perché quest'ora è più grande di quella del Risorgimento; oggi è il meriggio di quest'alba. Oggi tutte le questióni nazionali, rinnegate ma sempre insolute da mezzo secolo, si hanno da risolvere insieme [...] tutto è rimesso in discussione [...] Soltanto la risoluzione dei problemi nazionali tempererà, secondo noi, la furia degli armamenti (cit da A, OMODEO, Momenti cit., p. 162).
49) A, TAMBORRA, L'idea di nazionalità e la guerra 1914-1918, in Atti del XL1 Congresso, cit., pp. 177-178.
so) ivi, p. 192.
si) Nulla di artificioso, dunque, in questo Congresso di Roma della nazionalità asbur­giche poi che esso traeva la sua forza storica, la sua linfa vitale proprio da quel fecondo humus risorgimentale che aveva allora un significato per tutti, Italiani e Nazionalità asbur­giche ? {ivi, pp. 231-232).
52) La visita in Italia di Wilson suscitò larghi consensi, ma, nei nazionalisti, molte riserve e, dopo poco, aperta ostilità. Il Wilsonismo fu in Italia , scrive Aldo Garosci, un momento effimero, ma grandioso, che sollevò l'entusiasmo delle folle, anche se non prevalse sul momento, in politica, sulla ragion di Slato della coalizione governativa (A. GAROSCI, op. cit,, p. 160).