Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M.; GUERRA MONDIALE 1914-1918; STORIOGRAFIA
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1986
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461
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L'ultima guerra del Risorgimento 461
criterio, che veniva dalla tradizione risorgimentale e irredentista dell'autodecisione dei popoli (che il Pitacco ora definiva mere parole) doveva cedere di fronte alle ragioni di civiltà, quelle che dividevano i popoli secondo un arbitrario criterio di rilevanza storica . Un giudizio storico conclusivo su questa corrente dell'irredentismo nazionalista non dovrebbe prescindere , pensa Carlo Schiffrer, dagli avvenimenti successivi e dalla parte che essa ebbe nel far sorgere il mito della Vittoria mutilata , con tutte le implicazioni tanto tragiche a lunga scadenza per l'italianità adriatica .6,) Queste coraggiose parole di Carlo Schiffrer, che visse, ragazzo, l'attesa di Trieste irredenta, e visse, da uomo maturo, le ore tragiche della sua città nella seconda guerra mondiale, ci aiutano a capire come la convinzione di molti soldati di combattere rultima guerra del Risorgimento sia stata scossa proprio all'indomani della vittoria da rivendicazioni estranee allo spirito del Risorgimento, proprio in uno dei suoi aspetti fondamentali, la esaltazione dei diritti delle nazionalità. La ragione di Stato prevalse nei vincitori e negli Stati sorti dalla disfatta dell'impero asburgico.62* In un recente saggio Danilo Veneruso ha sostenuto che la corruzione del principio di nazionalità ebbe la sua origine nell'abbandono della sua radice rivoluzionaria e, conseguentemente, della sua prospettiva finale della solidarietà delle nazioni liberate in una società profondamente trasformata. Fini, invece, per prevalere l'esaltazione della tradizione culturale come elemento storico inscindibile ed eterno tra il passato e il presente del popolo. Dalla filosofia nazionale di Herder e Fichte all'esaltazione della comunità di sangue il passaggio sarà, oltre che facile, conseguente. 63>
problemi economici moderni, per i quali i porti rappresentano raccordi con il retroterra, il difendersi con miti lontani dalla realtà rende l'irredentismo incapace di azione concreta (ivi, p. 34).
60) Ivi, pp. 4445.
61) Ivi, p. 45. Si deve raccogliere anche il commento che lo Schiffrer fa della posizione dei nazionalisti triestini: Per i dirigenti nazionali tutto questo veniva da un patriottismo appassionato e sincero, ma che portava ad una posizione emotiva più che razionale, la quale difficilmente poteva esercitare un'influenza di qualche portata al di fuori degli ambienti stessi . {Ivi, p. 45).
62) Tra i fini di guerra che il governo italiano aveva fatto iscrìvere nel Trattato di Londra, era compresa anche l'annessione, per ragioni strategiche, di terre popolate da nazionalità non-italiane, il che ebbe la sua influenza s'intende assieme ad altre cause nel far naufragare il regime liberale italiano, poco dopo il conseguimento di una vittoria superiore ad ogni speranza, di cui esso poteva legittimamente rivendicare la paternità. (L. VALIANI, La polìtica italiana nel 1918, cit., p. 84). Si deve, però, notare che a Versailles si decretarono altre annessioni di questo genere nello scacchiere balcanico e non sempre per la difficoltà di separare più nettamente, nello stabilire i nuovi confini, i diversi gruppi nazionali.
63) Il capovolgimento nazifascista del principio di nazionalità rappresenta dunque l'estrema tappa di un processo venuto da lontano. Esso è potuto giungere a tal punto attraverso la separazione sempre più accentuata del momento Interno dal momento esterno dj liberazione dei popoli. In seguito si è avuto l'irrigidimento del concetto di Stato moderno, con l'evidenza di connessioni sempre più strette con lo Stato assoluto di cui avrebbe dovuto rappresentare l'antitesi storica e il rovesciamento . D. VENERUSO, L'Autocoscienza europea e il colonialismo tra il 1848 e II 1945, in Studlum, settembre-ottobre 1986, p. 620.