Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M. DIARI; GUERRA MONDIALE 1939-1945
anno
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1986
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pagina
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471
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UN DIARIO INEDITO DEL PRIMO PERIODO EyMfc>ELLA SECONDA GUERRA MONDIALE H
H (17 ottobre 1940-12 febbraio 1941) H I
Aveva sempre avuto l'abitudine di annotare in agendine i fatti della sua vita quotidiana: attività svolte, persone incontrate, spese compiute. Talvolta, però, a queste sommarie indicazioni della sua giornata aggiungeva, con o senza particolari commenti, anche a causa dello spazio limitato offerto dai piccoli quaderni, notizie degli eventi più grandi, memorizzando in questo modo quanto lo aveva maggiormente impressionato di quella storia generale nella quale si finiva con l'identificare, e spesso drammaticamente, quella individuale, propria e altrui.
E così faceva dagli anni suoi più verdi, quotidianamente, per abito mentale o per disciplina interiore, riempiendo anno dopo anno molte, moltissime agendine che restano a ricordare i momenti della sua vita e del suo lavoro, le sue gioie, piccole e grandi, i suoi dispiaceri. Tutto ciò, insomma, che ha dato un senso alla sua esistenza e che costituisce, per chi le scorre oggi, un motivo di interesse per l'apertura che offrono sul carattere e sulla personalità del loro autore ed una testimonianza insieme delle sue idee e dei suoi più istintivi sentimenti.
Le ho prese in mano perché volevo vedervi le sue reazioni ed i suoi giudizi sulle vicende che hanno colpito, col mondo intero, anche la mia famiglia dal 1938 in poi, e perché volevo capire le ragioni per cui, a lato di quanto annotava in esse, avesse voluto, a partire dall'autunno 1940, e più esattamente da giovedì 17 ottobre di quell'anno, affiancarle con un ulteriore diario, redatto su quaderno, ben più. esteso nella forma e nel contenuto.
La ragione c'era ed anche facilmente spiegabile. Il trauma dell'intervento a lato della Germania nella seconda guerra mondiale a lui, legato agli ideali del Risorgimento, era apparso tremendo e tale da sollecitarlo ad una riflessione ben più attenta ed impegnata delle poche note contenute nelle abituali agendine.
Veniva dall'antico nazionalismo e, avendo partecipato alla grande guerra, o all'ultimo conflitto del Risorgimento come, forse, insieme a tanti altri giovani della sua generazione interventista l'aveva concepita quando era stato chiamato alle armi, si era nutrito di sentimenti patriottici che l'avevano portato assai lentamente su posizioni affini al fascismo. A questo aveva aderito formalmente solo più tardi, negli anni del consenso collettivo al regime mussolimano, e vi aveva visto, come tutti o quasi, nella vocazione imperiale e nella espansione coloniale le prospettive di una maggiore grandezza nazionale.
Illusione, forse; può darsi, ed anzi col senno di poi ed al lume della