Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M. DIARI; GUERRA MONDIALE 1939-1945
anno
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1986
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pagina
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473
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Un diario inedito (1940-1941)
dal patto russo-tedesco dell'agosto '39, dall'aggressione alla Polonia del 1 settembre all'entrata in guerra dell'Inghilterra e della Francia a fianco della nazione aggredita.
Alle registrazioni, estremamente sommarie, di qualche conversazione di carattere politico che riflettono il suo stato d'animo ormai sempre più contrario al regime ed ostile alla Germania, si affiancano brevi note, di contenuto drammatico, sull'andamento della guerra, come quella del 17 settembre 1939: I russi hanno aggredito alle spalle la povera Polonia! Che Dio li maledica! , o quelle sulla resistenza finlandese ai sovietici interpretate in senso antitedesco, data l'alleanza di Stalin con Hitler.
La dróle de guerre sul fronte occidentale, per la sua sostanziale staticità, non viene annotata mentre, invece, lo scontro navale del Mar del Piata con l'affondamento da parte degli incrociatori inglesi della corazzata tascabile tedesca Graf von Spee viene considerato nel novembre come una ottima notizia, quasi confermandolo nella sua visione, profondamente realistica e di matrice nelsoniana, dell'importanza essenziale del dominio del mare in un conflitto. Non a caso, nella copertina interna dell'agenda dello stesso anno, aveva segnato, per sua memoria, l'andamento del traffico tra l'America e l'Inghilterra nel 1917 e le relative perdite ad opera della guerra sottomarina scatenata dal Kaiser, quasi a ricordare che era sull'Atlantico il fronte decisivo del conflitto e che la potenza navale inglese costituiva sempre l'elemento decisivo del confronto militare.
La flotta inglese, dominatrice assoluta delle vie del mare e protettrice del traffico imperiale britannico negli oceani contro ogni minaccia tedesca, gli sembrava potesse condizionare le sorti della guerra e costituire insieme un sicuro deterrente contro l'interventismo mussoliniano ritenuto fatalmente costretto a tener conto della posizione geografica mediterranea dell'Italia chiusa dallo stretto di Gibilterra e dal canale di Suez entrambi in mano britannica. Era la speranza che lo sorreggeva ancora alla fine del '39 nella notte di San Silvestro; chiudeva la sua agendina annotando che l'anno nuovo vada bene per tutti secondo i nostri desideri: e tornino la giustizia e la libertà! .
Ma il 1940 andò, invece, assai peggio, come è a tutti noto. Due mesi di richiamo alle armi, passati tra Civitavecchia e Perugia dal gennaio al marzo, gli danno il senso della impreparazione morale e militare delle forze armate italiane, se il 21 gennaio poteva commentare dopo alcune conversazioni con gli altri ufficiali del corso di addestramento, lo stato d'animo è quello che pensavo io e se il 18 marzo annotava, a proposito del prossimo incontro Hitler-Mussolini, qui i più vogliono la pace.
Ma l'invasione improvvisa della Danimarca e della Norvegia da parte tedesca con l'iniziale reazione franco-inglese e la disperata resistenza norvegese dilata ulteriormente i teatri di operazione in atto e prelude a scontri ben più duri, alimentando confusione e disorientamento negli animi assai poco informati dalla stampa italiana. E poiché il 17 aprile osservava che i nostri giornali sembrano stampati a Berlino mentre due giorni prima segnalava che la radio inglese viene disturbata , comincia ad acquistare, a lato dell'Osservatore romano (era stato sempre un attento lettore degli Acta diurna redatti da Guido Gonella) anche Le Journal de Genève e La Tribune de Lausanne. Apprende così delle terribili perdite subite dalla piccola marina tedesca nella conquista della Norvegia, perdite che si rivele-
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