Rassegna storica del Risorgimento
GHISALBERTI ALBERTO M. DIARI; GUERRA MONDIALE 1939-1945
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1986
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Carlo Ghisalberti
ranno, ai suoi occhi, fatali per i successivi sviluppi della guerra quando, cioè, Hitler dovrà concepire l'idea dell'attacco all'Inghilterra.
La dróle de guerre intanto finisce drammaticamente il 10 maggio e mentre continuano a diffondersi le prime voci su possibili azioni italiane nei Balcani, contro la Grecia e la Jugoslavia e sull'accentuarsi dei desideri interventistici di Mussolini, annota I tedeschi invadono il Belgio e l'Olanda... Siamo ad una grande svolta della storia? . I giorni successivi registra l'incremento della tensione, le paure sempre più diffuse della prossima entrata in guerra dell'Italia, la gravità della situazione militare franco-inglese sul fronte occidentale: Siamo proprio a un tournant de l'histoire? . Ed infatti la svolta venne: il 10 giugno, il giorno della follia, annota: Siamo alla guerra: adunata a piazza Venezia, discorso del duce (pareva emozionato), applausi brevi, rapido sfollamento. E Dio aiuti l'Italia! . E 1*11: Primo giorno di guerra: Preoccupazioni in giro: cederà la Francia? Ce la faranno i tedeschi? Interverrà l'America? ma il giudizio sintetico è questo: Atmosfera non paragonabile a quella del '15 .
Il crollo della Francia è seguito giorno per giorno ed io stesso ricordo il suo avvilimento e la sua disperazione per la disfatta francese, per la caduta di Parigi, per la richiesta di armistizio formulata il 17 giugno: La Francia ha deposto le armi! È uno dei fatti più grandi della storia moderna! L'Inghilterra continua a combattere! . E la tenacia inglese diventa da quel momento fonte della sua profonda ammirazione e della sua segreta speranza se il 2 luglio annotava preoccupato: Si aspetta sempre l'attacco all'Inghilterra e se il 7, commentando a caldo l'azione di Orano che di fatto privava Hitler dell'unica possibilità di procurarsi una marina per quell'azione scriveva: La flotta inglese manda a picco le navi francesi del Mediterraneo , rendendosi pienamente conto del significato morale e militare di quel fatto che mostrava al mondo la risoluzione britannica nella condotta del conflitto.
Per un uomo dotato di spirito patriottico, come era mio padre, dovette essere veramente drammatico vedersi ridotto a sperare quasi nella sconfitta della propria nazione, nel cui regime e nel cui modo di atteggiarsi politicamente non poteva in alcun modo riconoscersi, specie dopo che la follia razzista l'aveva colpito duramente negli affetti più cari togliendogli ogni possibilità di giustificare quanto stava accadendo. L'espressione Right or wrong my country, che pur denota un atteggiamento comprensivo verso le scelte del proprio paese, comunque fatte, non poteva avere più senso quando queste ferivano in modo così violento la propria famiglia discriminandola ed angariandola in tutti i modi e dichiarandola estranea alla nazione.
I continui rinvìi dell'attacco tedesco all'Inghilterra sono segnalati insieme alla violenza delle incursioni aeree che colpiscono costantemente Londra e le altre città di quell'isola ma il 26 settembre, nel pieno dell'offensiva della Luftwaffe scrive: l'aviazione non basta... . E che non bastasse senza l'appoggio di una flotta capace di garantire lo sbarco al di là della Manica era sempre più evidente, ma pochi sembravano rendersene conto, illudendosi o fingendo di illudersi della possibilità di colpire l'Impero britannico nelle sue colonie africane.
Al riguardo, però, i fasti militari italiani in Africa Settentrionale ed in Etiopia, al di là dell'effimera conquista del Somaliland e di Cassala e della avanzata di Graziani sino a Sidì el Barrani, non apparivano troppo brillanti