Rassegna storica del Risorgimento

ESERCITO ITALIANO UFFICIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE; GHISALB
anno <1986>   pagina <483>
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All'Ufficio Storico dell'Esercito 483
che lo vissero, in cui ebbe l'onore di far parte dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, nella sua duplice qualità di laicus e di clericus. E non era il solo, che con lui era il titolare della cattedra di Letteratura tedesca dell'Università di Milano, tenente colonnello di complemento pro­fessor Vincenzo Errante, maestro insigne e letterato squisito. A lui, anche se, giustamente, figurano come traduttori dell'opera famosa di Carlo von Clause­witz, che l'Ufficio Storico pubblicò nel 1942, il gen. di C,A. sen. Ambrogio Bollati e il ten col. Emilio Canevari, spetta il vanto di una revisione che dette forma perfetta al lavoro altrui.
Ed erano con noi, lavoratori instancabili, il futuro professore di Lette­ratura latina dell'Università di Trieste, ten. col. Alberto Mocchino, che non si trovò in difficoltà a lasciare i prediletti studi oraziani per occuparsi di argomenti che parevano tanto diversi e lontani dal mondo dei suoi interessi e dei suoi sogni, e il sempre sorridente maggiore di complemento Luigi Coppa, vicesegretario dell'Ufficio, professore di scuola media, ma diven­tato subito un clericus di non comune valore.
A queste care ombre, che tutti sono, ahimé, scomparsi, la malinconia del ricordo di chi li ebbe compagni nell'opera e nel tormento dell'ora. E siano ricordati con loro, tra gli Ufficiali effettivi di quel tempo, il col. Mas­simo Contini, più tardi eroico comandante di reggimento in Russia, e il ten. col. Tullio Zuccarini, ai quali va il merito di aver lavorato allora alla prima stesura del volume della relazione ufficiale L'esercito italiano nella grande guerra (1915-1918) dedicato ai Soldati d'Italia in terra di Francia , che uscirà soltanto nel 1951, scomparsi entrambi quei nobilissimi rappresen­tanti della tradizione militare italiana, volume che recherà i loro nomi assieme a quelli di altri Ufficiali che avranno completato il lavoro.
Ma, soprattutto, chi ha l'onore di parlarvi non può non ricordare il suo capo d'allora, il generale Francesco Biondi-Morra, dal quale con grande gioia sentì, invocare allora per quel domani in cui la tragedia che ci travolgeva avrebbe avuto fine, una più decisa e costruttiva collaborazione tra gli storici di cose militari, fossero essi in uniforme o no. È in quello spirito che fu edita allora la Guida bibliografica di cultura militare (1942), dovuta al col. Luigi Susani, a quel ten. col. d'allora che oggi vi parla e al magg. Antonino Drago, colonna dell'Ufficio Storico. Un passo della prefazione di ventisette anni fa... può essere indicativo dello spirito che, grazie al suo Capo, guidava l'attività dell'Ufficio: "S'è cercato di abbondare nella citazione di pubblicazioni ... di carattere storico, geografico, economico, politico e sociale, perché la cultura dell'Ufficiale non può e non deve irrigidirsi nel solo tecnicismo professionale, specialmente in questi nostri giorni, nei quali è così viva e profonda l'interdipendenza tra i vari settori dello scibile".
Questo riconoscimento della necessità di una cultura dell'Ufficiale che superi il puro tecnicismo professionale era, allora, un'aspirazione, oggi è uno dei motivi fondamentali, per noi "laici", del nostro convegno, come quello di una più consapevole e fattiva collaborazione dei "laici" con i "clerici" nel campo della storiografia militare. La grande famiglia degli storici deve riconoscersi una qualunque sia l'abito che i suoi componenti rivestono.1)
1} Intervento effettuato al Primo Convegno Nazionale di Storia Militare, tenutosi a Roma dal 17 al 19 marzo 1969.