Rassegna storica del Risorgimento

GHISALBERTI ALBERTO M.
anno <1986>   pagina <502>
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502 Fausto Fonzi
Luisa Trebiliani, Maria Adelaide Columba e Mario Belardinellì) e allievi degli allievi (come quelli di E. Morelli, che curarono alcuni contributi e l'ottimo indice).
Quale carattere ebbe dunque questo gruppo? Si può escludere che avesse omogeneità e compattezza sul piano ideologico, religioso, filosofico o politico, soprattutto perché Ghisalberti non intese mai imporre i propri ideali o le proprie inclinazioni politiche e neppure le sue interpretazioni storiografiche. Non faceva mistero delle proprie convinzioni liberal-nazionali e laiche, ma accoglieva giovani diversamente orientati e rispettava il pensiero e l'impegno di ciascuno di essi, lavorando per favorire la maturazione umana e scientifica dei suoi allievi. Quella di Ghisalberti fu soprattutto scuola di tolleranza e di libertà, di collaborazione e di amicizia, nella quale si richie­deva quel rigore metodologico ch'è proprio di chi prende sul serio il compito assegnatogli. Credo insomma che sempre egli abbia dato un'importanza centrale all'aspetto morale del proprio insegnamento, aspetto che, come si è detto, considerava fondamentale nell'opera di ogni studioso, ricercatore o insegnante. Certamente considerò Michele Rosi Maestro di scienza e di Vita per il suo senso austero del dovere e il suo rispetto dei valori morali , avendo il Rosi educato i suoi allievi in quella religione del dovere, nella quale credeva . Anche per queste radici Ghisalberti volle che il gruppo che si strin­geva intorno a lui avesse un carattere aperto e cordialmente accogliesse nuovi amici e dialogasse con persone di varie formazione e provenienza; questo av­veniva continuamente a Roma (ove di tanto in tanto giungevano suoi antichi allievi palermitani, da Brancato a Scichilone), ma forse più intensamente in occasione di viaggi, durante i quali si stringevano legami di collaborazione scientifica e di sincera amicizia; come non ricordare, ad esempio, le cordiali conversazioni e discussioni con Renzo De Felice, Alberto Monticone, Ales­sandro Pratesi, Roy Price, Elio Apih, Francesco Traniello, Salvo Mastellone, Massimo L. Salvadori, Gianni Sofri? Del resto ben al di là del gruppo al quale mi sono riferito è giunto l'insegnamento romano di Alberto Maria Ghisal­berti, né certamente fu limitato a chi è rimasto nell'ambito universitario, perché tanti che operano nelle scuole secondarie, negli archivi, nelle biblio­teche, nei musei e in altri istituti culturali, nel mondo politico e nel gior­nalismo, hanno tratto nutrimento e conforto dal suo lavoro e dalla sua disponibilità e oggi lo ricordano con affetto e riconoscenza.
FAUSTO FONZI