Rassegna storica del Risorgimento
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1986
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Vita dell'Istituto
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CASERTA. 11 programma varato dall'Amministrazione provinciale di Caserta, con la consulenza del nostro Comitato, relativo a mostre storiche sul brigantaggio e a manifestazioni contro la criminalità organizzata ieri ed oggi, programma che interessa le città di Caserta, Sessa Aurunca, Mondragone, Piedimonte Malese, S. Maria C. V., S. Maria a Vico, ha preso ormai il via con la mostra storica sul brigantaggio dopo il 1860 ed il dibattito sui vari fenomeni di delinquenza organizzata tenutosi a Piedimonte Matese e precisamente presso l'Istituto tecnico commerciale V. De Franchis il 24 novembre 1986 (la mostra è stata chiusa il 28 dello stesso mese).
La documentazione esposta è stata fornita dalla sezione B. Caso del nostro Comitato ed è stata allestita dal suo responsabile prof. Giuliano Palumbo (comprende diverse centinaia di documenti e foto d'epoca provenienti da archivi pubblici e privati; 17 foto sono state fornite dal fotografo Rossi di Caserta).
La manifestazione è stata aperta alla presenza di oltre 300 alunni dell'ultima classe delTI.T.C. ospitante e del Liceo Classico e Scientifico di Piedimonte, oltre che di vari docenti, dal prof. Carmine Cimmino, Presidente del nostro Comitato e dal cons. prov. prof. Giuseppe Piscitelli, delegato ai Beni Culturali.
Particolarmente significative sono state le presenze del Viceprefetto dott. Vincenzo Madonna, Commissario straordinario al Comune di Piedimonte Matese, in rappresentanza del Prefetto* dott. Agostino Stellato, e quella dell'Assessore alla Provincia Bruno Cercone.
In apertura il prof. Cimmino ha evidenziato lo sforzo che il Comitato di Caserta sta compiendo sia sul piano della ricerca scientifica, che su quello della diffusione degli ideali risorgimentali, continuati egli ha detto dalla Resistenza e che pervadono la nostra Costituzione, ma minacciati ora dall'attacco allo Stato democratico e repubblicano dalla criminalità organizzata (camorra e mafia) nel quadro di una situazione internazionale diventata estremamente complicata e difficile (conflitti medio-orientali, traffico delle armi e quello congiunto della droga).
H prof, de Majo, della Facoltà di Lettere dell'Università di Napoli ha effettuato una circostanziata e meticolosa ricostruzione delle radici sociali della mafia e dei fenomeni camorristici negli anni 1943-1960 soffermandosi in particolar modo sulla strumentalizzazione della mafia da parte degli ambienti più retrogradi della borghesia reazionaria siciliana.
Il prof. Piscitelli, oltre a delineare il quadro delle attività culturali volute dal-l'Amministrazione provinciale, prendendo spunto dagli interventi dei proff. Cimmino e de Majo, si è soffermato sugli elementi che rendono diversa la criminalità organizzata di oggi da quella passata soffermandosi in modo più approfondito sui suoi tentativi forte di numerosi capitali di organizzare un potere alternativo a quello dello Stato. Piscitelli ha ricordato la lotta contro di essa dello Stato: non a caso egli ha detto oggi è presente il dott. Stellato ed anche della Chiesa (ed ha ricordato don Riboldi). Efficace è risultato il suo appello ai giovani, alle loro famiglie, a scuotersi e isolare i fenomeni delinquenziali, ad avere fede e speranza, anche se non pochi problemi sono ancora irrisolti (ed ha ricordato quello della disoccupazione).
Tra gli interventi vanno segnalati quelli della prof. Pasqualina Di Lullo, docente presso l'I.T.C. ospitante e del prof. Gino Tino, Preside della Scuola Media N. Ventriglia di Piedimonte Matese.
Calde parole dì incoraggiamento per siffatte iniziative sono state pronunciate dal dott. Madonna e dall'Assessore alla Provincia Cercone, che ha portata la testimonianza anche sull'attività del Centro di Documentazione Giovani.
CATANIA. Mercoledì 22 ottobre per iniziativa congiunta del nostro Comitato e della locale Associazione Mazziniana, il prof. Stefan Delureanu dell'Accademia storica di Bucarest ha tenuto una conferenza sul tema: Il Risorgimento italiano nei canti popolari rumeni . L'oratore ha individuato soprattutto nei canti popolari della Transilvania una influenza degli episodi risorgimentali italiani, connessa alla presenza in Italia di truppe rumene inquadrate nell'esercito austro-ungarico. Alla conferenza ha fatto seguito un ampio e approfondito dibattito.
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