Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
anno <1987>   pagina <5>
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Processo ai giacobini di Chieti (1799-1800) 5
costituiva in Chieti la sua grandiosa biblioteca, di dodicimila volumi, i Ravizza formavano la propria; assai più modesta numericamente ma, nella sostanza, completa; perché, vicino alle opere di argomento giuridico necessarie per il mestiere, trovavano la propria collocazione gli scritti dei più. importanti autori degli ultimi secoli (vi compaiono numerose cinquecentine) e, con maggior presenza, gli illuministi, non solo meridionali ed italiani, ma di tutta quella Repubblica delle lettere che si estendeva, nel grande secolo, da Parigi a Pietroburgo, da Berlino a Palermo.
La città di Chieti, alla fine del secolo XVIII, si presentava, sotto l'aspetto culturale, profondamente permeata dalle idee illuminate e dal pen­siero transalpino, almeno per quanto riguarda le classi superiori, formate da elementi della vecchia aristocrazia, ampiamente integrata dalla borghesia emergente, in gran parte nobilitata per l'acquisizione recente di titoli nobiliari e di ampie proprietà fondiarie. s>
L'elemento comune, tuttavia, che fa di questi uomini un tutto organico sul piano dell'azione politica e prima ancora, su quello del pensiero, è la derivazione culturale: l'influsso del Genovesi, per gli studi compiuti nella Napoli allora capitale; la fìtta corrispondenza con spiriti illuminati al di là delle frontiere del Regno e d'Italia; la scuola locale che si forma nello
fonte attinge, in una dimensione storica di ampio respiro, U. Russo per le sue monografie sul de Sterlich: Nel Museo di Romualdo de Sterlich, in Rivista abruzzese, a. XXX, 1977, nn. 3-4, nella quale, attraverso le lettere al Bianchi si tenta una ricostruzione qualitativa della dispersa biblioteca e Figure e aspetti della vita culturale a Chieti nell'età illuministica in Abruzzo, a. XVI, nn. 1-3. Vedi anche del Russo il recente Accesso a Rousseau del genovesiano Romualdo de Sterlich, in Itinerari, num. unico, 1985, pp. 195-219.
s> Tale classe risulta composta, oltre che dal ceto forense, anche da imprenditori commerciali provenienti, in maggior parte, dal Nord dell'Italia. Lo stabilirsi di mercanti delle province settentrionali in Abruzzo e particolarmente in Chieti, fra il secolo XVII e XVIII, è un fenomeno rilevante, anche sotto l'aspetto quantitativo e meriterebbe un'analisi approfondita; certo è che in quegli anni (e mi riferisco al solo Capoluogo della Provincia) vi immigrarono dal milanese, da Como e da Bergamo i Moscone, i Nolli, i Ravizza, i Farina, i Durini, i Frigerio, i Ricciardone, gli Zambra. Fra la fine del '700 ed i primi del secolo successivo dette famiglie, fatte poche eccezioni, abbandonarono l'attività mercan­tile per confluire nella nobiltà. Notizie a riguardo si trovano, per i Nolli, prima che acquisissero il titolo baronale, nelle lettere di R, de Sterlich a G. Bianchi, citate; interessante, specie sotto il profilo del passaggio alla economia fondiaria da quella commerciale è il Fondo Zambra da poco passato all'Archivio di Stato di Chieti. Sulla osmosi fra la borghesia e la nobiltà è utile il confronto fra la Numerazione de Fuochi della città di Chieti, divisa in quattro Parrocchie, fatta nel 1732, Partì I-IV in Archivio storico comunale di Chieti, s.c. e la Lista de' Possidenti che pagano maggior imposta territoriale in Archivio di Stato di Chieti, Archivio Majo, documenti del 1809, f.s.num. Entrambe le rilevazioni sono redatte per classi oltre che per censo. Per una interpretazione sociologica della vita teatina nel­l'età illuministica, vedi il saggio di EIDE SPEDICATO-JENGO, L'elite cittadina nella Chieti del Set­tecento, in //inerari, num. unico, 1985, pp. 221-241. Il fenomeno della nobilizzazione della bor­ghesia fra U finire del secolo XVIli ed i primi anni di quello successivo fu comune a tutto il Regno. Vedine un giudizio negativo in LUIGI BLANCH, Scrìtti storici, a cura di B. CROCE, Bari, Ì945, voi. I, p. 43. ...il Terzo Stato, [...] aveva più in mira, se dei più avanzati, di montare in una classe superiore che di creare un'importanza per la propria; i ricchi con acquistare una feudale proprietà, gli altri con ottenere un titolo di marchese, come i magistrati alti, ai quali si accordava regolarmente . L'analisi del Blanch e stata riedita da R. ViLLARt in // Sud nella storia d'Italia, antologia della Questione Meridionale, Bari, 1966, voi. I, Pp. 49-50.