Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
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1987
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9
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Processo ai giacobini di Chieti (1799-1800) 9
nuto al Museo centrale del Risorgimento. In margine all'originale di questo ultimo, esattamente al quarto foglio e proprio in corrispondenza delle prime due omissioni involontarie del Ravizza, compaiono, in caratteri più recenti di quelli del manoscritto, due note che rivelano l'esistenza di mi altro testo più breve: 1) Manca ciò in altra copia ; 2) inanca anche ciò dalla detta copia, dove... . Si può concludere che il documento inserito dallo scrittore teatino nella Collezione, sia un sunto, conservato in famiglia, dell'atto conclusivo di tutta la processura contro il fratello Giuseppe e gli altri democratici della città e che lo stesso, logicamente, costituisse parte integrante delle carte ora venute alla luce. Staccato poi da queste forse a causa delle esigenze di stampa l'incartamento seguì altre vie ed è ora irreperibile.
Ma quale è il valore giuridico del documento? Si tratta della sentenza (ma come si vedrà in seguito la natura giuridica dell'atto è discutibile), con la quale il Visitatore Ferrante conclude il suo processo contro i Rei di Stato di Chieti. Documento notevole per la grande ponderatezza ed equità del giudice, per la sua capacità di penetrazione dell'ambiente sociale e politico, nel quale avevano operato gli imputati, e per la profonda conoscenza degli strumenti giuridici a sua disposizione per pilotare la fragile barca della giustizia fra gli scogli e le secche di norme create per la vendetta politica. Sicché il Ferrante può concludere con pene miti di esilio, tutte, peraltro, condonate dalla regia risoluzione da Palermo, inserita, nella forma del rescritto, nella relazione medesima.
Questa notevole testimonianza di fatti trova ora una conferma e si arricchisce di nuovi elementi di conoscenza con il ritrovamento, fra le carte della famiglia Ravizza, del fascicolo cui si è fatto cenno e che risulta purtroppo incompleto. Si tratta della gran parte degli incartamenti del processo, celebrato contro i democratici di Chieti fra il 1799 ed il 1800; è, quindi, l'insieme degli atti, consistenti nell'accusa, nelle prove a carico queste ultime documentarie e testimoniali nonché in varie bozze di difesa, materiale che costituisce la base logica sulla quale si fonda la sentenza del Ferrante.
Prima di iniziare la disanima di queste nuove carte ed al fine di porle nella più esatta dimensione processuale, è opportuno esaminare gli ordinamenti provvisori scaturiti nel contesto della prima restaurazione, sia nella capitale che nelle province, nonché la istituzione di Tribunali e Magistrature speciali per il giudizio dei rei di Stato e le procedure adottate. Cessata la breve vita della Repubblica napoletana, si reputò opportuno procedere al riordino della cosa pubblica attraverso la istituzione di Magistrature in senso lato straordinarie e temporanee, sia a livello centrale che periferico. Furono pertanto creati: Organi centrali di Alta Amministrazione: La Giunta di Governo', Organi centrali di Giustizia straordinaria: La Giunta di Stato; Organi periferici dotati di entrambe le competenze: I Visitatori Generali.
La Giunta di Governo fu istituita con atto sovrano del 24 luglio 1799; contestualmente veniva instaurata la Luogotenenza nella persona del Cardinale Ruffo di Scilla e si davano le relative istruzioni.16* Nel delineare, in queste ultime, i poteri e le competenze del Luogotenente, il Re enunciava anche le funzioni della Giunta, che possono cosi sintetizzarsi: Affari correnti
*<9 A. SANSÓNE, Gli avvenimenti eh., pp. 89-96.