Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
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1987
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Giuseppe F. de Tiberiis
recente, ivi compresa la borghesia alta, ed il popolo: un gruppo esiguo ai margini di ambo le classi e se si vuole dare totalmente credito alle notazioni del Ravizza nei documenti B, C e D anche ai limiti della rettitudine e della legge. Fatta eccezione di don Francesco Tasca, cavaliere di Malta, le cui motivazioni contro i rei non sono certamente legate ad odii di classe3?) ed al canonico Biase Fedele, la cui diversità lo pone all'ostracismo di quel piccolo ambiente e contro di esso,38) tutti i testi si collocano nel sordido mondo che ruota, nella più bassa delle sfere, intorno alle aule di giustiiza: avvocati di poche cause, faccendieri, manutengoli di miserevoli truffe legali. I Baldari, i de Virgiliis, i Fiore, i de Juliis, testimoni fra i più impegnati, sfogano le loro frustrazioni contro i grandi , in deposizioni, che venivano rese nella forma scritta e, quindi, senza doversi esporre al pubblico. Ma il Visitatore Ferrante e in ciò si riconosce il suo carattere di giudice spazza via le loro accuse; il tempo e la storia faranno lo stesso dei loro nomi.
L'occupazione di Chieti, da parte delle truppe francesi, avvenne la mattina del 25 dicembre 1798. La città, pur avendo, nei primi dello stesso mese, approntato qualche difesa, non oppose resistenza, anche perché il prudente Preside della Provincia, Giuseppe Dusmet de Smours, aveva licenziato le masse popolari in armi all'approssimarsi del nemico. I primi generali che vi entrarono furono Jean Charles Monnier e Philippe Guillaume Duhesme. Il primo provvide subito a dismettere la Amministrazione civica che si era riunita, per deliberare, la sera del 24 per sostituirla con le nuove magistrature repubblicane. La Municipalità, voluta dal generale francese, fu costituita nel modo seguente: poiché il Monnier alloggiava nel palazzo dei fratelli don Severino e Don Luigi Costanzo, chiese a don Saverio Vicoli, causidico, cioè procuratore legale, che frequentava la casa, un elenco di uomini di ogni ceto, che godessero di stima nella città, uno dei quali fosse anche a conoscenza della lingua francese. Questi gli segnalò il barone Antonio Nolli, uomo di cultura, che era stato il discepolo prediletto di Romualdo de Sterlich e che parlava francese, il dottor Giuseppe Silecchi ed il mercante Camillo Mezzanotte. Questi tre erano stati Decurioni della disciolta amministrazione civica e fra i nominati dal Parlamento teatino il 24 dicembre, nella speciale deputazione stabilita in vista del pericolo che incombeva sulla città. Furono compresi nell'elenco stilato dal Vicoli anche il benestante Giuseppe Fanti ed il falegname Giustino Tiberio (in altre carte denominato
37} Don Francesco Tasca, malgrado la sua amicizia con il Comandante francese, non ottenne, dal Dipartimento, il grado richiesto di ufficiale della Guardia Civica. Ciò fu probabilmente dovuto al suo carattere rissoso ed incline alla violenza; constava, infatti, da documenti ufficiali, che qualche tempo prima egli aveva fatto aggredire da un individuo a lui devoto, certo Emidio il Chitarraro, don Pasquale Gaetani, che rimase ferito. Ciò malgrado, nel 1806, fu nominato Camerlengo della Città. Sulla famiglia Tasca, ved. G. RAVIZZA, Appendice cit., pp. 78-79.
38} Il Canonico Fedele era un noto pederasta; subì per questo un processo e fu licenziato dalla carica di Vice-Direttore del Seminario teatino. Per le notizie sul Tasca e sul Fedele vedi docc. B, C e D.
39) Ferrante basa la sua sentenza solo sulle prove documentarie non tenendo in alcun conto quelle testimoniali.