Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
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1987
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Processo ai giacobini di Chieti (1799-1800) 23
(nei termini di ventiquattro ore) contro i ribelli al nuovo ordine, stabilendosi come unica pena la morte. Le fu assegnato, come Commissario del potere esecutivo, un Cisalpino. Questo Tribunale speciale avviò le sue procedure contro molti insorti che erano detenuti nel carcere criminale di Chieti; ma agendo con voluta lentezza, riuscì a non giungere mai alla pronuncia di sentenze.
Istituite in Chieti e Teramo le maggiori cariche municipali e provinciali ed in Pescara il Consiglio Supremo con competenze, quest'ultimo, anche legislative, si vennero a delineare le strutture essenziali di un apparato dell'alto e basso Abruzzo che può ben definirsi statuale. Autonomia, questa, ovviamente limitata, sia per la soggezione all'occupante, sia per il riconoscimento, da parte dei suoi organi, del fatto di essere l'Abruzzo parte integrante della Repubblica Napoletana. 45> Ma, se di diritto non vi fu una dichiarazione di indipendenza o almeno di autogoverno, nei fatti quest'ultimo esistette; di necessità, si può dire, poiché i collegamenti fra la regione e la capitale erano resi impossibili dall'esistenza delle rivolte popolari organizzate nelle campagne. La città di Chieti, in modo specifico, viveva quasi chiusa nelle sue mura. In questa chiave va letto il tentativo francese di dare alla Guardia Civica competenze extraurbane, per riportare ordine nelle Ville e creare, intorno al capoluogo, uno spazio libero necessario, fra l'altro, per ristabilire i collegamenti.
Su un piano diverso, rivolto cioè all'interno e con finalità inserite in un disegno di maggior respiro, si collocano le attività promozionali francesi: l'innalzamento dell'Albero della Libertà ed il successivo Festino Repubblicano. Il 27 febbraio 1799, fu affisso un avviso al pubblico per la cerimonia della piantagione dell'albero, stabilita per il giorno seguente; la solennità venne celebrata con un rituale non nuovo per il popolo, in quanto mutuato da liturgie cittadine ben note: il simbolo fu portato, in modo processionale, nella Piazza, scortato dalle autorità cittadine e provinciali adorne delle di lor fasce tricolorate e con l'intervento dell'Arcivescovo, fra spari d'artiglieria ed altre pompe. Dopo i discorsi di circostanza, nei quali fu mostrata al popolo la successione della felicità che risultava dal nuovo Governo, nel pomeriggio fu cantato il Te Deum nella Cattedrale ed a sera, nella città tutta illuminata, furono distribuite elemosine e dati rinfreschi.
Per uno scherzo fatto ad un sempliciotto del luogo, Giustino de Tuntis (nell'atto di accusa viene sovente citato come Tunto!) la cerimonia repubblicana in Chieti assunse una caratteristica originale e forse unica: l'albero (il consueto palo ornato) era già collocato al suo posto, innanzi la sede del
**> Le competenze del Promotore Criminale consistevano nella sorveglianza e buono ordine delle prigioni e nell'approvvigionamento del vitto per i detenuti.
**) La particolarità della situazione abruzzese è stata messa in luce, come si è accennato, dal Battagliai (cfr. nota n. 31). La situazione non sfuggì ai contemporanei: Antonio Nolli, scrivendo a Giacinto de Fabritiis il 31 marzo 1799, sottolineava che il Consiglio Supremo di Pescara aveva fatto e facca delle novità, ed egli non sapea, come potessero andar d'accordo con quelle fatte dal Governo Provvisorio di Napoli. La lettera, che costituì una prova fiscale contro il Nolli, è ampiamente sunteggiata dal Ferrante nella sua Relazione.