Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
anno <1987>   pagina <42>
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Giuseppe F. de Tiberiis
de' Capi della massa di Pronio. Sacerdote don Vincenzo Crognale, dal quale carteggio apparisce massimamente 3) quanto egli s'impiegò a profitto di quegli zelanti Realisti bersa­gliati da' nemici. Uno di questi fu un tal Francesco Monaco della Ripa il quale essendo stato scoverto aderente alle masse,4) venne5) raccomandato dal suo corrispondente all'arti­colante, il quale procurò ogni mezzo presso i Giudici della Commissione di aiutarlo e specialmente presso il dottor don Biase de Horatiis cui si trovava aver egli fatta confidenza di detto carteggio.
5) Finalmente di essersi egli realizzato appena partiti i Francesi con suo indicibil trasporto, cosicché anche attesa la confidenza che in ogni stato ha sempre goduto del popolo, fu dal medesimo immediatamente impiegato6) a servire da Capoposto nella Porta di questa città, minacciata allora da Nicola Neri e dal Duca d'Andria Comandante della vicina Fortezza di Pescara. *
IV
DOCUMENTO G. Consta di una carta. Stessa richiesta del Documento F; risulta formalizzata, in quanto, in calce, vi è l'ordine del Magistrato di allegazione agli atti proces­suali. Vi sono omessi i riferimenti critici al rito di Sicilia.
Illustrissimo Signore
Il dottor Giuseppe Ravizza di Chieti supplichevole espone a Vossignoria Illustrissima come per la causa della sua pretesa Inquisizione gli occorre la testimonianza del barone don Filippo Pecorelli, del dottor don Giustino Maria Grilli e del Magnifico don Giustino Tramazza, sopra li seguenti capi, ch'egli il supplicante, crede poter essere analoghi alla sua difesa.
Quindi ricorre da Vossignoria Illustrissima e la supplica compiacersi ordinare, che gli suddetti Pecorelli, Grilli e Tramazza facciano le loro deposizioni giurate presso chi meglio le parerà. Ut Deus.
1) Il suo gran dispiacere nell'aver dovuto accettare egli il supplicante mediante la violenza usatagli, la carica di Giudice provvisorio del Tribunale; ed il suo gran smarri­mento quando nell'atto che dovette portarsi nella Municipalità ebbe a firmare nel dì 17 Marzo scorso anno la carta del giuramento che gli veniva esibita.
2) Di essersi egli realizzato appena partiti i Francesi e di essere stato destinato immediatamente dal Popolo alla custodia delle porte della Città allora minacciata da Nicola Neri e conte di Ruvo.
5) Che in tempo era in carica di Giudice del Tribunale, mantenne carteggio con un
Capo della Massa di Pronio.
Die vigesima quarta mensis Martii, 1800 Teate.
Fiat fides veritatis penes acta causae, cum iuramento et sub poena falsi ad fìnem etc,
et ita, etc.
Ferrante Visitator Generalis I. Capozzi actuarius.
3) Cancellata, con un tratto di penna, la seguente frase: che anche dopo ricevuto Il detto impiego, non mutò .
*> Cancellata: gli .
5) Cancellata: all'articolante.
*) Cancellata: in difesa .
Ettore Carafa, comandante del Forte di Pescara per la Repubblica era eonte di Ruvo; l'errore del Ravizza si giustifica in quanto il padre del Carafa aveva il titolo di duca d'Andria.