Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI PRIVATI; CHIETI STORIA 1799-1800; GIACOBINISMO CHIETI;
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1987
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47
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Processo ai giacobini di Chìeti (1799-1800) 47
protetti i buoni Realisti, dall'esser concorso insieme cogli altri al ristabilimento del Real Trono, siccome apparisce da' documenti e dai detti de' Testimoni. 26>
Per mancanza di volontà.
Non si da finalmente giuramento senza la intenzione dell'animo: Non est iuraraentum (dice il testo citato Bonaccina) si proferens non intendat vere iurare. *Q Che io poi non abbia avuta l'intenzione di giurare, consta dai seguenti tre fatti.
11 primo precede l'atto della firma. Quando nel giorno 17 Marzo (1799) il Dipartimento mi avvisò in isoritto la scelta del Giudice in mia persona, rimettendomi contemporaneamente le Paternali, nel risponder io al Dipartimento istesso, né punto né poco mi diedi carico del trascritto giuramento, 2*) questo silenzio dimostra appunto il mio aborrimento a giurare.
Il secondo accadde nel momento di firmare il Foglio col semplice nome e cognome; quali sentimenti di giubilo evaporai allora a favore della sedicente Repubblica? Qual contumelia profferii contra la Monarchia? Se vero fosse stato l'odio contra la medesima, e il mio amore per la Democrazia, la circostanza era la più adattata a manifestare la mia intenzione. Ma no. Immerso nel silenzio e nel terrore, poco meno che tramortito firmai la Carta e nulla più.29)
Il terzo finalmente segui questa funestissima soscrizione. Appena essa fu consumata, ricorsi in iscritto insieme co' miei compagni dall'Ordinario, detestando l'atto violento, domandandone l'assoluzione e protestando, loco confessionis, di rimanere attaccato al mio legittimo Principe.30)
Mancando dunque nel caso nostro l'invocazione, l'impegno e la volontà di giurare, è indifiicoltabile l'inesistenza del Giuramento in quistione. Non sono però uscito ancora d'impaccio, perché mi si oppone sempre l'atto della firma, se non come un giuramento, al meno come un'offesa contra la Sovranità.
ATTO DELLA FIRMA
L'atto è vero, ma mi somministra la giustificazione un Savio del Gentilismo, il quale solea dire che la legge della necessità costringe sbianche i Dei.3l)
Quella stessa forza minaccevole ed imponente che mi obbligò ad accettar l'impiego, di Giudice del Tribunal Provvisorio, quella stessa, accrescendo il mio grave timore, m'obbligò a sottoscrivere la Carta del supposto giuramento. Poiché quest'atto era così annesso alla Carica, che senza di esso la Carica stessa non si conferiva. Rinunciare alla Carica era per un semplice sospetto il richiamare sul proprio capo i fulmini minacciati con espressa legge dal General Duhesme, ma accettare e non iurare era lo stesso che dichiarare apertamente l'inimicizia ai Vincitori, era lo stesso che gettarsi furioso in mezzo alle baionette Francesi e restar vittima nella sala della Municipalità ove presedea il Comandante Francese, Ufficiali e sua Truppa.32) Io dunque firmai quella Carta col semplice nome e cognome per salvare la vita, senzacché a quell'atto vi fosse concorsa la mia volontà e sensacché
26) Folio 1, volume de' miei Documenti e folio 4 Volume del Difensore particolare.
27) Bonaccina, loco cit.
28) Folio 14, voi. 7 Carte Repubblicane.
2?) Foglio 13, Volume del Difensor Generale e foglio 3, a tergo, del Difensore particolare.
JO Polii 8 e 9, Volume del Difensore Generale.
Ji) Pittaco; vedi Laerzio, nella vita di questo Savio. [Diogene Laerzio, Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi, Libro 1, Vite dei sette sapienti.]
ÌZ) Folio... Volume del Difensore Generale sugli articoli 5 e 6.