Rassegna storica del Risorgimento
SOCIET? ITALIANA DI MUTUO SOCCORSO ARGENTINA
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1987
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Libri e periodici
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GIUSEPPE GRISBRI, L'istruzione primaria in Piemonte {1831-1856) (Deputazione Subalpina di Storia Patria, Biblioteca di Storia italiana recente, Nuova Serie, voi. XV); Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1974, in 8Q, pp, 282. L. 6.000.
11 particolare interesse cresciuto negli ultimi anni intorno ai problemi legati alla storia della scuola in Italia nel periodo pre- e post-unitario in specifico si ricordano gli studi sull'istruzione tecnica e professionale, sull'istruzione femminile e quelli sulla scuola negli anni del regime fascista, a cui si affiancano più ampi progetti di ricerca avviati in alcune sedi universitarie sulla storia delle istituzioni scolastiche e della alfabetizzazione in aree geografiche allargate pare aver dato una prima, scientificamente valida, risposta a quelle proposte di lavoro avanzate da Giuseppe Ricuperati a conclusione del suo saggio sulla scuola nell'Italia unita, pubblicato nel quinto volume della Storia d'Italia Einaudi, che sollecitavano ad approfondire la storia della politica e delle istituzioni scolastiche non solo nei modi rigidamente imposti da una esclusiva storia della pedagogia e dei metodi educativi, ma, e soprattutto, come storia sociale, economica e politica.
Il volume del Griseri costituisce uno dei primi seri e scientificamente qualificati tasselli di questa ampia storia, soprattutto in quanto coglie e ci fa cogliere quanta e quale portata abbia avuto il problema dell'istruzione primaria, maschile e femminile, nella preparazione degli avvenimenti politici del '48 e anche nel successivo attuarsi della politica scolastica in fase post-unitaria. Dall'esame sommario delle condizioni di partenza dell'istruzione popolare in Piemonte all'inizio dell'Ottocento, emergono i ritardi e le inefficienze che hanno determinato una scarsa diffusione di scuole elementari sia nei centri urbani che in quelli rurali. Principale causa di ciò fu lo scontro tra due poteri entrambi protagonisti e promotori della crescita della scuola popolare: lo Stato e le Istituzioni ecclesiastiche. Il primo, lento nelle iniziative e timoroso di fronte alle trasformazioni, solo alla fine degli anni '40, sospinto da nuove esigenze e dalle nuove classi sociali emergenti, e per mano di politici lungimiranti quali Cesare Alfieri, dimostrò di comprendere il ruolo e la portata dell'istruzione delle classi popolari per una crescita reale del paese. Al tempo stesso la Chiesa, più attiva, e forse anche innovatrice, e attenta alle esigenze dei tempi che cambiavano anche se molto spesso le iniziative di alcuni ecclesiastici, per quanto coraggiose e illuminate, apparivano inadeguate ad affrontare e risolvere il problema dell'istruzione nelle dimensioni in cui si presentava vedeva, in questa presenza nuova dello Stato, cadere una posizione che era a un tempo di privilegio formale e formidabile strumento di controllo sociale.
Certamente, come mette in evidenza l'autore, la spinta reale al cambiamento e al miglioramento, più che da volontà politiche venne da esigenze legate alle trasformazioni sociali ed economiche che il Piemonte visse nell'ultimo decennio del regno di Carlo Alberto. Furono i nuovi gruppi imprenditoriali, la borghesia emergente, di formazione ancora vaga* mente illuminista, a premere su una classe politica arretrata perché venisse affrontato e risolto il problema urgente di dare agli operai e ai contadini una formazione culturale di base su cui potesse innestarsi una più ampia utilizzazione delle loro capacità di lavoro e crescere lo sviluppo economico e sociale del paese: per la prima volta si iniziò a parlare di fare delle scuole primarie non solo luoghi di alfabetizzazione, bensì sedi in cui avviare una vera e propria formazione tecnica e professionale. Il Griseri mette a confronto tali esigenze e ne coglie, con abilità, sfumature e passaggi, ma soprattutto affronta supportandolo con un'ampia, erudita, a volte quasi soffocante, documentazione il contrasto tra il progetto di sviluppo laico e quello religioso, che si risolse, fortunatamente, con un reale miglioramento dell'istruzione popolare e con un abbassamento del tasso di analfabetismo, senza quegli sviluppi drammatici che caratterizzarono i rapporti dei due poteri in altri settori della vita pubblica.
La seconda parte del volume è tutta dedicata all'attività e all'impegno di mons. Gril-lardi nel settore dell'istruzione femminile, in cui più carente era la capacità di intervento dei pubblici poteri e a cui erano meno sensibili anche gli stessi operatori economici. L'esperienza educativa delle scuole femminili rette da suore domenicane fu estremamente positiva perché allargò la base sociale a cui era diretta l'istruzione con l'apertura sia pur limitata da vecchi pregiudizi e volute incomprensioni alla figlie del popolo, delle scuòle