Rassegna storica del Risorgimento
SOCIET? ITALIANA DI MUTUO SOCCORSO ARGENTINA
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1987
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Libri e periodici
economica, il ministro delle finanze Ignaz von Plener, Nódasdy è forse la figura la cui personalità si delinea più efficacemente attraverso la lettura dei protocolli. Alla Sprachenfrage è dedicato un documento di grande interesse, che si riferisce a una proposta per la parificazione del ceco al tedesco in Boemia, formulata da un deputato ceco alla dieta boema La reazione dei ministri a questa proposta è, con l'eccezione del solo Forgàch, estremamente dura. Essi non entrano neppure nel merito della questione, ma la considerano assolutamente improponibile. Se Schmerling considera il problema rientrante nella sfera di competenza statale e non in quella provinciale, von Lichtenfels, il presidente del consiglio di Stato, aggiunge che l'esame di questioni linguistiche in sede dietale minava le fondamenta dell'unità austriaca. Di grande interesse per le motivazioni addotte è vn punto del verbale della seduta del 14 marzo 1862, nel quale il ministro senza portafoglio, von Lasser, presenta un progetto di risposta a un'interpellanza parlamentare relativa all'uso dello sloveno nei distretti delle corti d'appello di Graz e di Trieste. 11 ministro afferma che l'uso dello sloveno è già consentito, nell'interesse delle parti, nel dibattimento orale, ma che la lingua slovena non è ancora sufficientemente ricca e sviluppata, per potere essere presa in considerazione per gli atti processuali scritti. L'idea che almeno alcune delle lingue slave (il ceco infatti era ormai Gerichtssprache in Moravia) non avessero ancora raggiunto una sufficiente dignità culturale e il concetto della superiorità della Kulturnation tedesca, al cui livello poteva essere posta solo la cultura italiana, sono chiaramente le motivazioni che stanno alla base di questo progetto di risposta di Lasser, che tocca anch'esso un aspetto importante della Sprachenfrage.
La qualità dell'edizione e del commento è, come sempre, eccellente; in questo volume va in particolare sottolineato come il curatore nel suo commento, dato lo stretto nesso esistente tra l'attività ministeriale e quella parlamentare, si sia ampiamente servito degli atti parlamentari. Il problema dei rapporti tra governo e parlamento rappresenta anche uno dei grandi temi politici del periodo, ed esso viene efficacemente discusso da Malfèr, con particolare riferimento alle vitali questioni finanziarie. Il curatore affronta anche il problema dell'indubbio ritardo, con il quale gli uomini della patente di febbraio affrontano la crisi finanziaria, e lo spiega in maniera persuasiva con il richiamo all'influenza esercitata sulla scena politica austriaca, anche dopò l'allontanamento dal diploma di ottobre, di quelle forze federalistico-conservatrici, che vedevano nell'affermarsi del costituzionalismo una soluzione in un certo modo automatica delle difficoltà finanziarie.
ANGELO ARA
GABRIELLA PORTALONE GENTILE, Un democratico siciliano: Luigi La Porta (Collana storica diretta da Gaetano Falzone, 4); Palermo, Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Comitato di Palermo, 1980, in 8, pp. 221. S.p.
È questo della Portalone Gentile un lavoro biografico su una figura del Risorgimento, ignorata dai più e trascurata dagli storici. Viene colmata, dunque, una lacuna, certamente non vitale ma tale da provare, però, la positività di opere biografiche corrette e la necessità di esse, specie su uomini ancora più importanti del palermitano Luigi La Porta. Il pensiero logicamente corre alle carenze esistenti su figure dell'importanza di Sella, di Lanza e dello stesso Crispi.
Singolare il destino e la parabola del personaggio trattato con sobrietà e attenzione dalla Portalone Gentile: uomo di rilievo nella fase cospirativa risorgimentale, uomo marginale nella fase parlamentare unitaria, durante la quale combatté con impegno e grinta. Attese invano la nomina ministeriale e la caduta dei rapporti con l'amico di tanti scontri isolani, Francesco Crispi, fu tra le cause e le ragioni sostanziali del suo tramonto. E pensare che nel 1861, nell'anno di passaggio dall'attività insurrezionale a quella politica nelle istituzioni, La Porta aveva veduto in Crispi la guida per il partito nazionale .
La Portalone Gentile ripercorre la vita di La Porta nell'Intero arco, segnando giustamente con maggiore minuziosità le pagine salienti, i dibattiti e gli argomenti parlamentari in cui più vivo fu l'intervento del palermitano. Il bilancio conclusivo è negativo: a causa della sua ingenuità e della quasi assoluta mancanza di intuito polìtico , dopo una