Rassegna storica del Risorgimento
BALSAMO GIUSEPPE ALIAS ALESSANDRO CAGLIOSTRO; FELICIANI LORENZA
anno
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1987
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pagina
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439
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// processo contro Cagliostro 439
crescere i timori alle monache le quali, per la di lei unione, dubitavano di qualche aggressione da parte delle autorità francesi. Ella si ritirò in una casa particolare dì povera ma onesta gente , dove, priva di mezzi di sussistenza, fu, per soprammercato, colpita da un nuovo attacco del suo male ( un colpo apopletico ) che le paralizzò le gambe, impedendole di camminare e, quindi, di lavorare per vivere.*59'
Per fortuna di Lorenza la Repubblica Romana ebbe presto fine, e il 30 settembre 1799, ritiratisi i francesi, Roma fu occupata dalle truppe del regno di Napoli, che vi installarono un governo militare provvisorio, il cui capo era il gen. Diego Naselli. E fu proprio a questi che, nei primi mesi dell'anno successivo, Lorenza indirizzò una supplica in cui, dopo aver brevemente raccontate le sue vicissitudini e fatta presente la propria miseria, chiedeva che le fosse ripristinato l'assegnamento da lei già goduto nell'epoca precedente la Repubblica. Il gen. Naselli girò l'affare al Tesoriere Generale, che era Luigi Ercolani, il quale ordinò a Pietro Si-monetti, computista generale della Reverenda Camera Apostolica, di istruire la pratica e, avendo avuto conferma della verità di quanto esposto, ordinò in data 8 aprile 1800, con rescritto apposto sulla supplica stessa, la corresponsione, a favore di Lorenza, di un assegnamento mensile di sei scudi, con decorrenza dal primo ottobre precedente, cioè dall'inizio del governo provvisorio: di conseguenza Lorenza ricevette la prima volta la somma di 36 scudi in conto arretrati e, quindi, ogni mese, i sei scudi stabiliti.*
Lorenza percepì regolarmente la sua pensione sino al settembre 1807: ella si recava ogni mese allo sportello della Depositeria generale (l'ufficio centrale di cassa dello Stato Pontificio) per riscuoterla, rilasciando regolare quietanza per l'avvenuto pagamento. Alcune di queste quietanze sono a noi pervenute: in calce a ciascuna di esse compare la sottoscrizione autografa della Feliciani, scritta calligraficamente e con mano senz'altro non di persona illetterata, come molti autori vogliono che la Feliciani fosse.
Nel settembre 1807 Lorenza presentò una nuova supplica9" con la quale, ripercorrendo la sua storia e le sue miserie e la malattia che l'ha inabilitata a tutto la rende più bisognosa di prima , chiedeva il ripristino del primitivo sussidio di otto scudi. La supplica fu inoltrata per il parere all'Assessore del S. Uffizio: questi dovette esprimersi favorevolmente, poiché il 9 settembre il pontefice, con rescritto apposto sulla stessa supplica, ordinò al Tesoriere di aumentare il sussidio a otto scudi. In più Lorenza ottenne una gratificazione una tantum di trenta scudi.
Circa la residenza della Feliciani fra il 1798 e il 1805 non abbiamo alcuna notizia, mentre, a partire dal 1806, ella risulta residente presso il Collegio germanico-ungarico (in piazza S. Apollinare 49, allo stesso civico
8?) Le citazioni nel testo sono tratte dalla supplica, volta a rioiicnere la pensione, indirizzata al gen. Naselli, ivi, voi. 229, gtust, n. 461.
90) Ibidem.
91) /W, voi. 192, giust. n. 1188.