Rassegna storica del Risorgimento

APOSTOLATO DANTESCO (L'); SOCIET? SEGRETE MARCHE 1856-1860
anno <1987>   pagina <453>
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L' Apostolato dantesco 453
additato ormai come un repubblicano acceso, > andava escogitando quel cocktail patriottico a base di Dante e di Mazzini, al fine di ridare vigore allo spirito rivoluzionario. Già nel 1850 con scritti e ispirazioni poetiche ripren­deva a tramare contro il potere reazionario, a cui volle contrapporre una società unificatrice di tutte le genti italiche ,<* tra le quali spargere, in nome di Dante, idee nazionali.6')
L'amore per gli studi danteschi, sotto questa luce, gli aveva resa ancor più stretta la sorveglianza politica: veniva annoverato fra coloro che si erano compromessi in prima linea nella rivoluzione del Quarantotto-Quaran-tanove. Tuttavia per allora fu semplicemente relegato nella sua dimora di Monsampolo, sotto stretta sorveglianza della polizia. Ma anche in questa specie di prigionia aveva la possibilità di vivere e seguire gli avvenimenti italiani, europei e particolarmente quelli ascolani. Chiedeva, così, al suo vecchio amico Ugo Calindri, a Torino direttore del giornale Istmo di Suez, ex preside della provincia picena nel Quarantanove: Scrivetemi a lungo e a largo foglio: ditemi lo stato sociale dell'Europa, l'industriale special­mente. In una parola ritraetemi l'Europa che s'incammina nell'avvenire. E lo rassicurava, magari ancora per poco: Che vi dirò ora di Ascoli. Ascoli è una buona città: la reazione vi è stata sempre debole, la massa del popolo ha un'indole sì indipendente ch'è cosa mirabile. Pochi vili si racchiudono entro le mura, e questi non hanno partito. Il partito liberale vi è influente, e ha nelle mani tutto il potere. Vi è accresciuta una gioventù di ottimo cuore, e d'ardimento. L'unica cosa che manca è l'intelligenza del rimanente tutto abbiamo di buono . **> Poteva curare continui e segreti rapporti con gli amici ascolani e teramani, specialmente con i giovani stu­denti, ai quali, contro la mala influenza degli insegnamenti retrogradi , forniva da leggere libri liberali, che riusciva a procurarsi dalla Toscana, dal Piemonte, dalla Svizzera, dall'Inghilterra e specialmente dalla libreria Marsili e Rocchi di Bologna , malgrado la sorveglianza sospettosa della polizia, che riteneva tale commercio di libri un elemento di cospira­zione .)
") La polizia pontificia, tenendo il Tamburini in conto di un celebre repubblicano, in rapporto con l'ex preside di Ascoli Piceno, Calindri, e con altri fuorusciti e liberali. Io aveva, per provvedimento statario, fatto confinare nel circondario della sua natia Monsampolo . D. SPADONI, Le Marcite nel Risorgimento, cit., p. 28. Nel Ristretto proces­suale, ciL, su relazione del giudice inquirente Collemasi, veniva sottolineato: Il Tamburini gode fama di celebre repubblicano per la provincia ascolana, e si riportano in processo millantazioni di prossima repubblica, fatte da tal Guido Catalini di Castorano solamente per essere amico, e dello stesso pensare del Gaetani Tamburini. Vedi, anche, G. LETI, Roma e lo Stato pontificio dal 1849 al 1870, Ascoli Piceno, 19U, voi. 1, p. 258.
60) G. FINALI, Le Marche - Ricordanze, Ancona, 1897, p. 174, Questo autore e testimone del fatti, più esattamente, scriveva: Nicola Gaetani Tamburini, da Monsampolo, al quale il marchese Mariano Alvitreti di Ascoli aveva portato da Cesena non so quale mia Urica nel 1850, e da allora cominciò a scrivermi lunghe lettere sull'Italia e su Dante, nel cui nome vagheggiava sin da allora la fondazione di una società unificatrice di tutte le genti italiche.
w> G. DE CASTRO, op. dt,t p. 139.
* A.SJJL, Miscellanea, cit., b. 128, lettera, 5 maggio '57, da Monsampolo.
63) T. MARIOTTI, Aneliti di libertà, cit., p. 123.