Rassegna storica del Risorgimento

APOSTOLATO DANTESCO (L'); SOCIET? SEGRETE MARCHE 1856-1860
anno <1987>   pagina <457>
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L* Apostolato dantesco
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a critico d'arte, di lettere, e di altre scienze, imponendo in qualche modo i suoi giudizi e riscuotendo in un primo tempo molto credito anche dal dele­gato apostolico ascolano, e specialmente da parte di Nicola Gaetani Tambu­rini, che, spesso, sottopone al suo vaglio critico le proprie composizioni. > Imprevedibilmente, poi, una volta scoperto cospiratore e sottoposto a inter­rogatorio, il Selva comincia a recitare la parte del primo impunitario, dello spregiudicato rivelatore e del pettegolo in certe sue confessioni che riguar­dano colleghi di sventura o alcune personalità con cui ha o ha avuto relazione in qualche modo o in qualche affare.84) Comunque la figura del Selva meglio
relazioni, confessava chiaramente , diedero motivo alla Censura di degradarmi, poiché dal posto di Commesso politico in Pesaro, e a fronte della promessa di essere nominato Segretario di Polizia alla prima vacanza, mi vidi mandato Archivista Protocollista nella Segreteria Generale di questa Ascolana Delegazione. Ciò mi sdegnò . Stando ad Ascoli, poi, ebbe una seconda ammonizione [...] d'ordine del Ministro dell'Interno, cardinal Savelli , ciò che l'avrebbe fatto decidere definitivamente a passare alla cospirazione: lo cominciai a fare strette relazioni con quelle persone che si mostravano nemiche del Governo, e di fatti tutti i settari di Ascoli, ed altri che ho potuto conoscere hanno ritenuto che io fossi un Settario Carbonaro ascritto a Pesaro, ed io che mi trovava sdegnato della mia situazione, per essere ben veduto almeno da una classe di persone, [...] mi son lasciato credere un Settario, e de' più caldi, ed ho riscossa tanta fiducia da tutti che mi si son lasciati conoscere Uberamente con le più aperte manifestazioni. Questo, dunque, fu il Selva, che, contrariato nel suo vivo, ma nascosto, desiderio di emergere come funzionario di Stato, passava dalT'una all'altra parte politica, ma senza maturata e ferma convinzione.
) Gli scriveva, appunto: Ti mando il manoscritto, anche tu mi tieni la parola: vedi che senza di te io non ho coraggio mandarlo alle stampe. Per la fine di settembre fa che mi ritorni . A.S.R., Miscellanea, cit., b. 128, lettera del 10 sett. 1857, da Monsam-polo. Ed ancora con un'altra lettera del 13 sett. '57, ivi: Ritorno al mio manoscritto, io te lo manderò subito subito, e così quello che non mai hai fatto mi farai. Or dunque risolviti e schiettamente [...1 Questa mattina sono stato costretto tornar su le iscrizioni, che ti mando affinché le facci stampare dopo che tu le avrai corrette. È resa tutta in fretta, amo che tu facci di essa quel meglio che puoi . Infine, con un'altra lettera, senza data, ivi: Non debbo nascondere la meraviglia che in tanto tempo né pure una linea hai segnato sul mio manoscritto. È vero che non hai potuto, ma in questo ogni settimana avresti favorito l'amico, e portato alla Patria qualche alleviamento [...] Tu mi promettesti davvero tenerlo un dieci giorni, e non per dargli alla meglio una vista onde togliergli quella irregolarità di logica che tu ci hai veduta, ed io oggi ci vedo [...] Mi raccomando a te: è un amico che ti prega .
84} Vedi, ad esempio, come risponde in un interrogatorio processuale: Le sue idee [di Bernardo Volpi] mi sembrarono alquanto stravaganti, e di un sentir nuovo e suo proprio [sulla filosofia] alemanna, per cui lo classificherei, come suol dirsi, per un pazzo istruito Ho conosciuto questo sig. Marchese [Ottavio Sgariglia]: pover'uomo aveva molte cariche, ma era troppo somaro Mariano Alvitreti crede di essere un poeta fatto, ma non può dirsi se non che sa fare dei versi; e si è posto in capo di creare una nuova poesia che tenga la strada di mezzo fra il Classicismo e la scuola Romantica; ne è riuscito però un guazzabuglio tale da digradare Frugoni e i suoi seguaci: e povera poesia italiana se costui trovasse seguaci. Infine sul Gaetani Tamburini: È un uomo che si ammazza in uno studio disordinato, che spande la sua immaginazione più che da un palo all'altro. Dedito ad epigrafi ed iscrizioni, che gli hanno fatto incontrare più sensate criti­che [../] Commenta Dante nella parte estetica, ed ha scritte stravaganze tali che non potevano partire se non che da una mente stravagantemente immaginaria. Ha della grande franchezza, per la quale molti lo hanno ritenuto uno scienziato; ma analizzato un poco