Rassegna storica del Risorgimento
APOSTOLATO DANTESCO (L'); SOCIET? SEGRETE MARCHE 1856-1860
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1987
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Bruno Ficcadenti
L'epicentro della ritenuta concertazione settaria e della contrapposta persecuzione poliziesca fu a cavallo del confine truentino, tra i due Stati, pontificio e borbonico.
Le intese fra letterati e giovani studenti, sospettati cospiratori, avvenivano attraverso i loro scritti, recapitati da occasionali corrieri, che, per i loro lavori artigianali o per affari di commercio, potevano spostarsi da e per i quattro centri di Ascoli Piceno, Monsampolo del Tronto, Teramo e Colonnella, due di qua e due di là del fiume Tronto.92) Quei quattro punti determinavano un quadrilatero strategico; però più opportuno per altri tipi di battaglie, non certamente per quelle combattute a colpi di poesie e di lettere degli associati all'Apostolato dantesco. Ma intanto le polizie dei rispettivi distretti, sospettose e manovrate freneticamente, sia perché Roma lasciava ampio spazio al dispiegarsi all'azione individuale dei suoi rappresentanti nelle province dello Stato,93) sia perché la magistratura borbonica fu solidale col governo nel colpire con severità gli avversari del regime, facilmente configurati come nemici della società e della pace,94) per ogni parvenza di organizzazione rivoluzionaria si ponevano sul chi va là e menavano denunce senza un minimo di esitazione e riflessione, nel preciso intento di fiaccare quello spirito antigovernativo sempre più diffuso e allora allora rinvigorito dai fatti tragici di Sapri, che, come era successo per i martiri di Belfiore, secondo l'appassionata interpretazione del Cantù, dimostravano àncora una volta la nessuna conciliazione! Non più pace con i vecchi regimi, ma indignazione e furore di rivolta al primo offerirsene il destro.9
La circostanza particolare, che fece scoprire il centro di raccolta e di smistamento del materiale settario e che dette origine alle perquisizioni poliziesche di qua e di là del Tronto, fu la rottura del legame affettuoso che univa Nicola Gaetani Tamburini e la giovane Saveria Ulissi di Monsampolo.
Era avvenuto che Nicola, sempre relegato politico nel suo paese d'origine, vi allacciasse una relazione sentimentale con Saveria, mettendola a parte delle trame che tesseva contro i regimi pontificio e borbonico. Ma nell'autunno del 1857 quell'idillio amoroso e settario ebbe un imprevisto contrattempo, a dire della denuncia, per colpa dell'irrequieto Nicola. Così, dal momento in cui Saveria Ulissi si ritenne tradita nell'affetto che provava per Nicola Gaetani Tamburini, come nella Didone virgiliana, rursusque resurgens saevit amor magnoque irarum fluctuat aestu, *> cominciò ad impre-
qucllo . Mi pare nell'assieme ohe queste potessero essere le cose di cui trattava il Capitolato medesimo: sentendole cosi mi hanno svegliato la memoria e debbo convenire sull'esposizione da chiunque fatta . A.S.R., T.S.G., b. 326, Costituti, 23 marzo '58.
92) Vedi, più avanti, la dichiarazione confidenziale del Costantini all'Ispettore di polizia di Teramo.
53) F. BARTOCCINI, op. cit, p. 382.
*> A. SCIROCCO, op. cil., p. 302.
M) C. CANTO, Storia desìi italiani, Torino, Pomba, 1852, p. 824. Cfr. T. URANGU TAZZOLI, Don Enrico Tozzoli e Cesare Cantù, in Atti del XXXI congresso di storia del Risorgimento italiano, Mantova, 21-25 settembre 1952, Roma, 1956, p. 310.
) Eneide, IV, 531-532.