Rassegna storica del Risorgimento
APOSTOLATO DANTESCO (L'); SOCIET? SEGRETE MARCHE 1856-1860
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1987
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L' Apostolato dantesco
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gli associati all'Apostolato dantesco con l'usuale confusione tra politica e giustizia, tra amministrazione della giustizia e persecuzione politica, negli anni in cui il Governo esercitò pressioni sui magistrati [e] trovò molti giudici disposti a collaborare alla repressione, per il timore di una rivoluzione sociale.115)
La Processura ascolana, considerata nel contesto generale della giustizia nello Stato pontificio, fu intessuta di un linguaggio rimasto "antico" nell'opera di prevenzione e controllo non solo della dissidenza politica. Può essere vista come un momento dell'esercizio della giustizia, entro il sistema dei processi monito con le punizioni esemplari e ritualizzato in altrettanto sistema della prevenzione [...] sorretto dalla rete degli informatori . 116>
La documentazione, messa a supporto delle accuse, delle inquisizioni, delle perquisizioni, dei processi e delle condanne, fu la corrispondenza letteraria amicale o scientifica, come la definivano nei loro costituti già autori; a dire delle autorità inquirenti e giudicanti, però, era una considerevole raccolta di lettere, di poesie, di epigrafi e di altri scritti antipolitici, infarciti di espressioni ingiuriose nei confronti dei Governi e dei rispettivi sovrani. Anche la circolazione e il possesso di libri proibiti erano perseguibili dalla legge e giudicati come reati politici. I17> Pertanto ebbe luogo una specie di morboso esame di tutte le carte rinvenute nelle perquisizioni, e una ricerca frenetica dei possessori di libri proibiti, delle strade e dei mezzi attraverso cui ne venivano in possesso. Tutto ciò di stretta intesa tra le polizie di Ascoli e Teramo, tra i giudici Collemasi e Ciccaglione, tra la delegazione ascolana e l'intendenza teramana, tra il supremo tribunale di Roma e la gran corte di Teramo. 118>
U5) A. SCIROCCO, Ti Regno delle Due Sicilie, cit., p. 323.
U6) F. BARTOCCINI, LO Stato pontificio, cit., p. 399.
117> Per la circolazione e il possesso di libri tra gli associati , vedi, ad esempio, ciò che scriveva Nicola Urbani al Gaetani Tamburini: I libri non posso rimandarveli perché debbo confessarvi che avendoli dati a leggere ad un amico fuori città non ancora posso riaverli [...] Prati e Poerio per lunedì saranno ritirati dal libraio [...] I libri che volete smaltire sono da me posseduti [...] Vedrò se alcuno li bramasse . A.S.T., G.C.C.S., pacco 767, lettere, 5-l-'56 e 16-10-'57. Bernardo Volpi, a sua volta, scriveva al G. T.: Ho scritto già per la Vita di Campanella pubblicata dal Baldacchini E...] Vi pregai nella mia ultima perché mi aveste inviati se non i nuovi almeno gli antichi fascicoli della Rivista (Contemporanea) [..] Vi invio di Platone le sole Leggi in tre volumi, e mi duole oltremodo non avervi potuto poi dire delle altre sue opere non vendibili in questi dintorni neppure della Repubblica , Ivi, lettere, 20-9-'57 e senza data. Fulgenzio Lucci da Colonnella al G.T.: Oltre le opere del Guerrazzi, ti dissi che io volevo pure tutte le postume del Gioberti. Te le raccomando . Ivi, lettera, 20-10-'57. Molto significativamente Giuseppe Montori avvisava fl G. T.: Eccoti l'Alemanno di Quintino Guanciali, che ti prego non fare girare perché Papà si è geloso . Ivi, lettera, 28-3-'55. Per altro, vedi la sentenza, 26-6-'59, della Gran Corte, secondo cui il possesso di libri proibiti è di competenza correzionale, presso il cui Magistrato Circondariale di Teramo è rinviato, per analogo procedimento, il Mezucelli con la imputazione di detenzione di un libro proibito .
118) Vedi, ancora, Foglio di posizioni, cit,, a chiusura del quale il giudice Ciccaglione concludeva: Alla religiosità ed alla sagacia delle Autorità Pontifìcie si raccomanda lo sviluppo di quant'altro può tornare d'utile alla giustizia, ed al vero, in che sono interessati i due Governi, non che di recapitare gli atti tutti colla massima sollecitudine .