Rassegna storica del Risorgimento
APOSTOLATO DANTESCO (L'); SOCIET? SEGRETE MARCHE 1856-1860
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1987
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L' Apostolato dantesco
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Tribunale dava la stessa punizione solamente per presunte ingiurie, dedotte da lettere, poesie, scritte epigrafiche su argomenti che solo indirettamente e occasionalmente toccavano la questione italica e politico-rivoluzionaria. Ed è anche per l'assoluta mancanza di un qualsiasi piano rivoluzionario, salvo quello platonico in nome di Dante, che l'Apostolato dantesco non fu considerato nella letteratura, nella storiografia e nella memorialistica risorgimentale, se si eccettuano i cenni autobiografici del Mariotti 142> e i sommari accenni del De Castro, I43> del Leti, W dello Spadoni,l45 del Finali.146
È da notare, infine, un aspetto caratteristico della politica paternalistica dello Stato pontificio, consistente in una giustizia spaventosa in fase istruttoria e nei confronti dell'imputato resistente , assolutoria verso l'accusato resipiscente e reo confesso, inefficace dinanzi alla rituale grazia sovrana. In effetti, a questa sentenza, piuttosto pesante per la disinvolta, quasi spavalda resistenza al giudice della maggior parte degli imputati,147 segui una serie di grazie sovrane: quella del 13 aprile '58, prima che iniziasse il vero e proprio processo, per la scarcerazione di Giulia Centurelli; quella concessa nella Pasqua del '59 per la libertà provvisoria di Menghi, Orazi, Palmarini, De Tommasi; quella data il 17 settembre '59 per la scarcerazione di Baldacelli, Selva e Mariotti. Rimaneva in galera nel Forte Malatesta solamente il Gaetani Tamburini, che sarà liberato a furor di popolo il 19 settembre '60, giorno dell'arrivo in Ascoli dell'esercito piemontese.
Il processo della Gran Corte Criminale Speciale, aperto con l'imputazione di associazione settaria , si esauriva in due tempi, depenalizzanti per tutti gli imputati, carcerati, latitanti o a piede libero. Il primo consistente in una sentenza della G. Corte, che aU'unanimità dichiarafva] il detenuto Raffaele Montori in legittimo stato di arresto . Ma ordinava conservarsi gli atti in Archivio sul conto di Berardo Mezucelli, Nicola Urbani, Carlo Campana, Romualdo Rossi, Ernesto Urbani, Michele e Raffaele Cava-rocchi, Bernardo Volpi, Aleandro Volpi, Giacomo Guerrucci, Giuseppe Montori, Fulgenzio Lucci, Marianna Scimitarra, Francesco Salerni, Beniamino e Corradino De Pacificis; di escarcerarsi gli arrestati medesimi . In altri termini, per una politica più conciliativa dell'agonizzante regime, si volle sospendere il processo, fino a nuovi lumi sul conto di tutti gli imputati, tirare fuori quelli che ancora erano in carcere, meno Raffaele Montori per il quale l'imputazione era più pesante e più complicata. 148> Il secondo tempo fu condizionato dall'amnistia del 25 giugno 1860 e dal regio decreto del
142) T. MARIOTTI, Ieri e oggi - Pagine autobiografiche, cit.; Aneliti di libertà, cit. W3) Q. DE CASTRO, Il mondo segreto, cit.
144) G. LETI, Roma e lo Stato pontificio, cit.
145) D. SPADONI, Le Marche nel Risorgimento - L'Apostolato Dantesco, cit.
146) G. FINALI, Le Marche - Ricordanze, cit.
34?) cfr. i relativi costituti e j loro occasionali interrogatori. A.S.R., T.S.C., bb. 270, 320-326; A.S.T., G.C.C.S., pacco 767.
14) A..S.T.. G.C.C.S., pacco 767, Sentenza, 14 giugno 1859. Il testo in Appendice, Per Raffaele Montori poteva ancora rimanere determinante per la sua carcerazione il sospetto sulla sua implicazione al complotto orsiniano contro Napoleone 111 (vedi lettera, 28 gennaio '58, del direttore di polizia, Politi, cit.),