Rassegna storica del Risorgimento
CICCUZZA; ELEZIONI POLITICHE IRPINIA 1874-1875; SATIRA POLITICA
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1987
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La serenata elettorale ad Avellino
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il nome di Ciccuzza andava cioè tutta una gamma di componimenti e fra questi anche la specializzazione in senso politico della scampanata praticata su testi popolari o, meglio, di quei componimenti di attualità del Settecento napoletano i quali come ricorda A. Costagliela non erano che improvvisazioni di poeti anonimi su musiche di opere del tempo, rivolti a fare la satira, delicata e inoffensiva, di persone e di abitudini locali .
La Ciccuzza .veniva dal Pirone giustamente accomunata ad altre manifestazioni popolari, sul cui spartiacque è la manifestazione organizzata rultimo giorno del carnevale del 1884, descritta dalla Sentinella. Ir pina,2 contro gli assessori municipali che non si erano dimessi, in cui il politico si associa al carnevalesco e che potrebbe anche ipotizzarsi esser stata preparata da Modestino De Feo, l'autore, come già accennato, della ciccuzza del 1874-75, perché anch'egli compreso nel numero degli assessori allora dimessisi.
R. Mortola22) e A. D'Amato23) descrissero infatti una manifestazione affine alla serenata a dispetto, lo ngiarmo, cantato da liete brigate in tempo di carnevale; con esso venivano prese di mira, in Montefusco, coppie di novelli sposi, quasi, spiega il Toschi di quel rito che sa essere caratteristico della gente irpina, una protesta della collettività rivolta ad ottenere che una coppia di coniugi rispondesse, con abbondante figliolanza, alle esigenze che la comunità riconosceva nel matrimonio . 24> In un manoscritto dei Capone25) si legge una canzone che i giovani di Montella cantarono a più riprese sotto le finestre di un vedovo, rimaritatosi troppo presto. Bernardo Di Prisco, il già ricordato autore della serenata elettorale di Fontanarosa, compose nel 1953 una serenata carnevalesca, il cui manoscritto è anch'esso in possesso della famiglia. E se a S. Mango sul Calore, in una non precisata elezione del dopoguerra, venne sradicata una quercia e portata in trionfo per il paese, a Vallata nel 1960 un gallo, simbolo della lista civica perdente, venne ucciso e spennato in piazza ed esposto. Gli venne appeso al collo un cartello con su scritti quattro versi di schietto sapore carnevalesco, uno dei quali (Il popolo ti ha condannato ) riecheggiava il Processo di Carnevale in uso nella zona.2 E poi bisogna notare anche l'uso, alternativo alla scampanata elettorale, di portare in giro per il paese una cassa da morto, in cui è rinchiuso un fantoccio simboleggiante il partito perdente,27) che è un
20) Napoli e la sua canzone, in Nuova Antologia, settembre-ottobre 1909, p. 101. 20 VI, 5 (10.3.1884).
22) Lo ngiarmo in Montefusco degli irpìni, in Pensiero Italiano, 1893, pp. 391-399.
23) // carnevale a Montefusco: lo ngiarmo, in Don Basilio, XIX, 4 (4.3.1927). 2*) P. TOSCHI, Le origini del teatro italiano, Torino, 1955, pp. 300-301.
25) Biblioteca provinciale di Avellino, Carte Capone, senza segnatura.
26) I versi sono: Gallo, perché non hai cantato? / Il popolo ti ha condannato. / Per poco abbiamo vinto;- / guarda come ti hanno dipinto! . Essi mi sono stati comunicati dalla sig.na Michela Monaco.
27) Nel 1964 in Sorbo Serpico e in Magnano del Cardinale. Nel 1975 un'identica manifestazione di Bonito rientrò perché la parte che l'aveva preparata uscì sconfitta dalle elezioni.