Rassegna storica del Risorgimento

CICCUZZA; ELEZIONI POLITICHE IRPINIA 1874-1875; SATIRA POLITICA
anno <1987>   pagina <485>
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La serenata elettorale ad Avellino
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nascondersi nell'ombra l'origine dei favori loro concessi gli appaltatori costruttori di mura che crollano il giorno dopo, si metteranno subito in giro; correranno di qua di là, di su di giù peggio dei dannati di Dante; stancheranno sei o sette cavalli al giorno per correre di casa in casa, di paese in paese, promettendo, minacciando, seminando danaro fornito non si sa da chi.43*
La satira, che è per tanti aspetti ancora attuale, si appunta sulle figure più in vista dell'entourage del Capozzi, da Alessandro Righetti, prefetto di Avellino che aveva sostituito il Casalis, amico del Soldi, e che non si opponeva ai metodi elettorali, corruttorii e clientelar! del gruppo,44) a Lorenzo Riola, già funzionario borbonico; da Paolo De Cristofaro, consigliere provinciale in rappresentanza del mandamento di Monteforte, agli emissari di Capozzi a Teora, Alfonso Valagara, Vincenzino Guerriero, Vincenzo Luciani, Federico Prato e Florestano Galasso, che sarà tra i principali bersagli dell'intera campagna elettorale; da Michele Capozzi infine, del quale si fìnge una morte violenta, a Mari, presidente della giunta per le -elezioni della Camera dei deputati, e a Minghetti, accomunati nella sconfitta della camarilla capozziana. Il tutto in un turbinio di figure secondarie e di cifre, indebitamente sottratte e sempre crescenti, a sottolineare le accuse di immoralità che L'Elettore rivolgeva agli avversari. Non erano critiche nuove poiché esse risalivano ad almeno otto anni prima, ai tempi dell'attri­buzione al Capozzi del soprannome di Re Michele , non so bene se da Luigi Cassitto o Francesco Plantulli, legati entrambi all'entourage delle Forche Caudine.45) Quel soprannome fu poi reso famoso, nei tempi che ci interessano, dal capitolo di egual titolo del Viaggio elettorale, in cui l'illustre morrese giustificava il suo intervento nella provincia natia. Erano però le critiche che tutta l'opposizione, in special modo mazziniani e garibaldini, muoveva alla parte di colui che, divenuto il deus ex machina, condizionò per un cinquantennio la politica in Irpinia e che fu preso a simbolo, come mostra di fare G. Stiavelli, nella prefazione alla catena di sonetti di E. D'Orazio,46' del deputato, che protetto dalla medaglia può rubare quanto vuole, può fare quello che vuole, a patto, ben inteso, che si mantenga sempre amico dell'ordine costituito e dei ministri in carica... . 47>
MOLESTINO DELLA SALA
> L'Elettore, I, 23 (15.12.1874), p. 1.
**) Anche nelle elezioni politiche del 1887, descritte in maniera assai lampante da Carlo Del Balzo in Eredità illegittime, Milano, 1889, l'on. Capozzi (nel romanzo Arcangelo Cozzi, secondo il gioco di parole, interessante anche Serafino Soldi, del Viaggio Elettorale desanctisiano: preferisco l'angiolo Michele a tutti i Serafini , p. 104 dell'edizione a cura di N. Cortese, Torino, 1968) con l'appoggio del prefetto reggente La Mola, nel romanzo Dentice , sembra aver manipolato i risultati, fornendo congrue somme a questo o a quel sindaco, questo o quel funzionario.
45> Nelle Forche Caudine, li, 34 (18,7.1869) fu pubblicato un decreto in versi di Cappadotius I. Dei Gratia Rex Salsae, et Dux Castri UIterarli Archipresbiter Serpici, et Sorbi Infans Ecclesiae ecc. Ac Magnus Frinceps Eredltarius Aversae et Panicoculi .
46) E. D'ORAZIO, Re Michele (saggio di satira parlamentare), Roma, tip. Fratelli Centenari, 1900. E una collana di 18 sonetti dedicati e letti a F. De Sanctis nel 1882.
fl) p. 12 della prefazione.