Rassegna storica del Risorgimento

CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno <1987>   pagina <490>
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Franco Damctso Marengo
leaders politici, di Rudini sembrava in quel momento il più favorevole allo scandalo ; ad ogni buon conto, il più favorevole a proseguire in sede politica l'indagine sulla denuncia fatta in Parlamento dai deputati Napo­leone Colajanni e Ludovico Gavazzi sui rapporti intercorsi tra l'ammini­strazione della Banca Romana e il mondo politico. Forse di Rudini si ripro­metteva di trarre beneficio da una campagna di scandali ch'egli aveva ragione di credere avrebbe compromesso il suo successore alla guida del governo, Giovanni Giolitti, e dalla quale voleva essere certo che Crispi non sarebbe uscito indenne.
Inoltre, Crispi dovette ben presto far fronte a nuove rivelazioni ap­parse sulla stampa francese. Ad Herz evidentemente non poteva garbare di passare per un intrigante che era andato ad importunare Crispi a Na­poli, come questi voleva far credere. In un'intervista concessa, a Londra, al Figaro, egli asserì di aver avvicinato Crispi per staccare l'Italia dalla Triplice Alleanza (Figaro, 20.1.1893). La replica di Crispi fu immediata. Intervistato dalla Tribuna, egli ammise di aver rivisto Herz dopo l'incontro di Napoli e di aver pranzato con lui a Ginevra; ma si rifiutò di rivelare il nome di chi aveva servito da tramite tra lui ed Herz (ossia, Jacques de Reinach) (Tribuna, 21.1.1893). Evidentemente Crispi non voleva rivelare ai suoi nemici ove cercare altre notizie sui suoi rapporti con Herz. Ma il segreto non durò a lungo.
Scellées Imbert . Rivelazioni di Italia Reale e Opinione. Deposizione di Rudini alla Commissione dei Sette
Il 18 marzo 1893 i quotidiani francesi annunciarono che il giorno pre­cedente il liquidatore giudiziario della famiglia de Reinach, Albert -Imbert, presente un membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Panama, aveva fatto togliere i -sigilli ad una busta di documenti consegnatagli dal fratello del defunto Jacques de Reinach, Oscar. Tra l'altro vi era una let­tera attestante un pagamento di 50.000 franchi a Crispi, per spese incorse per una decorazione italiana a Herz {Figaro, 18.3.1893).
Sul momento la stampa francese non sembrò né bene informata, né, affaccendata com'era in altre faccende, curiosa d'indagare ulteriormente sui rapporti de Reinach-Herz-Crispi. Ben presto, però, qualche giornale ritornò sull'argomento. Così, il 7 aprile, il Gaulois ipotizzò che Herz avesse avuto fini diplomatici nei suoi contatti con Crispi. Non si capisce bene se il Gaulois ripetesse l'asserzione di Herz per riabilitarlo, o per colpire una compagine governativa alla quale esso era notoriamente ostile; pare, tut­tavia, poco probabile he esso volesse colpire Crispi. Il Figaro del giorno successivo polemizzò in senso anti-crispino col Gaulois e scrisse che Crispi era divenuto particolarmente attivo a procacciare una decorazione a Herz dopo le sue dimissioni da presidente del Consiglio, e che il decreto di no­mina era stato effettivamente spedito a Herz che lo teneva ancora nelle sue mani (Figaro, 8.4.1893). Anche il Figaro aveva probabilmente attinto da Herz le sue notizie e forse, piuttosto che per danneggiare Crispi, le pubblicava per convincerlo a comperare i suoi segreti. Infatti, il corrispon­dente parigino di un giornale italiano raccolse allora la voce di un ricatto