Rassegna storica del Risorgimento
CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno
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1987
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Lo scandulo della decorazione Herz
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a Crispi, è più verosimile che le notizie gli fossero state richieste da Gioiitti. Chi, tuttavia, informò per primo Giolitti del viaggio di de Reinach a Roma? Nel contesto delle polemiche apertesi con la pubblicazione del plico , Rocca d'Adria inviò al Corriere della Sera un telegramma in cui scrisse:
Reinach partì da Parigi chiamato a Roma per telegrafo da [Tommaso] Palamenghi [Crispi]. Il mio corrispondente si presentò alla Palazzina Reinach poche ore dopo e seppe la notizia da chi gli aveva mostrati i documenti Crispi-Reinach {Corriere della Sera, 18-19.12.1894). W)
Ciò, comunque, sposta ma non risolve la questione. Giacché, o si suppone che il corrispondente parigino dell'Italia Reale si sia presentato per caso alla Palazzina Reinach e per caso seppe che Lucien de Reinach era partito, o si apprestava a partire per Roma; oppure egli si sia presentato là per verificare una segnalazione pervenutagli dall'Italia. Ma pervenutagli da chi? Presumibilmente, tramite Rocca d'Adria-Rattazzi, dallo stesso Giolitti, i cui servizi avevano intercettato il telegramma di chiamata di Pala-menghi-Crispi, ovvero che era stato edotto in merito da qualcuno dell'entourage Crispi "). Giolitti, avuta così conferma da Parigi del viaggio di de Reinach in Italia e del di lui itinerario, telegrafò a Winspeare per essere tempestivamente informato dell'arrivo.
Tutte queste manovre sott'acqua alle quali la presenza del telegramma Winspeare nel plico avrebbe così facilmente dovuto far pensare, e la stessa inclusione di un documento di Stato in un libello privato, avrebbero altrove potuto provocare una severa condanna di Giolitti. E invero anche un profondo conoscitore del gioco politico italiano, quale il presidente del Senato Domenico Farmi, si lasciò tentare dal pensiero che ciò potesse awe-
10) Ciò farebbe supporre che, contrariamente a quanto da noi ipotizzato, l'informatore del corrispondente dell'Italia Reale non fosse Lucien de Reinach, ma qualche altro intimo della famiglia.
) Non sarebbe stata la prima volta! Infatti, come risultò in seguito, alcuni dei documenti che Giolitti incluse nel suo plico gli erano stati offerti o venduti da membri fedifraghi dell'entourage di Crispi.
12) perché, tuttavia, (Siolitti non usò subito contro Crispi la notizia del viaggio di Lucien de Reinach a Roma, ch'egli aveva così duramente lavorato per procurarsi? Anzitutto, come già accennato, non è da escludere che Giolitti avesse usato la notizia anche in marzo-aprile 1893: infatti i giornali del tempo riferirono la presenza di de Reinach a Roma e il suo incontro con Crispi, sebbene non si soffermassero ulteriormente su di essa. Forse per questa ragione, e soprattutto per l'altra, che la Commissione dei Sette era ormai stata votata, Giolitti decise di non insistere e salvar l'arma per usi futuri. Avrebbe, però, potuto usarla nel mezzo dell'estate, in appoggio alla deposizione di Rudinl davanti alla Commissione; ma, come più sopra ricordato, questa sul momento non attirò l'attenzione. Inoltre Giolitti non sembrava allora apprezzare appieno il pericolo in cui si trovava. Quando, finalmente, Giolitti si decise ad usare l'arma, egli non poteva esser certo ch'essa non avrebbe fatto cilecca, o peggio ancora si sarebbe rivolta contro di lui (cfr. infra); ma ormai la sua posizione era disperata, e l'arma correva sempre più il rischio di diventare inservìbile.