Rassegna storica del Risorgimento

CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno <1987>   pagina <499>
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Lo scandalo della decorazione Herz 499
7 aprile, quanto in merito gli disse un noto intrallazzatore, il senatore Filippo Mariotti, che il nuovo plico da Giolitti minacciato conterrebbe documenti sul Cordone Mauriziano accordato all'Herz per denaro , appun­to aggiungendo che sullo stesso argomento sarà fatta dal Cavallotti una nuova pubblicazione {Farini, p. 672). ,9> Solo quando accantonarono defi­nitivamente questo progetto, Rattazzi e Giolitti passarono a Cavallotti i documenti che gli avevano promesso.
Intervento francese nello scandalo e richiamo dell'ambasciatore Ressman da Parigi
Frattanto in Francia l'affare della decorazione Herz veniva sempre più assumendo contorni e significati propri, ruotanti intorno alla figura del presidente del Consiglio di un paese vicino ed alla lotta politica ivi in corso, piuttosto che ai due corruttori del Panama, de Reinach ed Herz. Crispi, quel vecchio nemico della Francia o ritenuto tale, era tornato al potere, e la possibilità di comprometterlo in uno scandalo non lasciava indifferenti. Il telegramma Winspeare aveva rilanciato lo scandalo in Italia, com'era immediatamente confermato dalla lettera di Cavallotti ai suoi elettori, ed aveva fatto comprendere che le prove della colpevolezza di Crispi esistevano... in Francia, ormai non solo in mano di privati, i de Rei­nach, ma di uomini politici francesi: i mèmbri della Commissione del Panama, e lo stesso Governo, dato che la corrispondenza de Reinach-Crispi era stata depositata al Ministère des Affaires Etrangères. M> Se il Governo voleva intervenire, sia pure indirettamente, nello scandalo per compromet­tere Crispi e, possibilmente, provocarne la caduta, gli si imponeva di tenersi perfettamente al corrente degli sviluppi dello scandalo in Italia, in modo da poter opportunamente e tempestivamente decidere a chi e con quali mezzi far pervenire le prove della colpevolezza di Crispi delle quali era depositario.
Tre sembravano le fonti dalle quali il Governo francese avrebbe potuto attingere notizie: 1) i corrispondenti di giornali francesi a Roma, parti­colarmente quelli tra loro ben introdotti nei circoli dell'opposizione cri-spina; 2) l'ambasciata francese a Roma, alla cui testa era Albert Billot, i cui rapporti con Crispi erano notoriamente freddi,2n ma che, viceversa, intratteneva rapporti cordiali con alcuni dei suoi nemici politici;22* 3) ele­menti ostili al Governo Crispi nell'ambasciata d'Italia a Parigi.
i9> Il 18 gennaio Giovanni Codronchi aveva già detto a Farini a un dipresso la stessa cosa (Farini, pp. 620-621). Cfr. anche Osservatore Romano, 22.2.1895; 7/ Corriere della Sera, 24.2.1895.
2) Cfr. in merito anche il brano dell7/a//a Reale più sopra citato (Italia Reale, 21.3.1893), nonché la lettera di Cavallotti ai suoi elettori (Secolo, 24.12.1894).
21) In data 6 agosto 1895 Farini annotò nel suo Diario: Si parla del Billot, che il Crispi conviene con me essere tristissimo, riferire al suo Governo ogni cosa falsa (Farini, p. 759).
22) A pag. 18 di un suo lavoro inedito, L'opera del Governo di Crispi. Commento al Diario del marchese Guiccioli , il Segretario di Crispi, Giuseppe Palumbo-Cardella,