Rassegna storica del Risorgimento
CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno
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1987
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pagina
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502
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Franco Damaso Marengo
Naturalmente Cavallotti si affrettò ad attribuire il richiamo alle stesse infondate ragioni. In un'intervista al Don Chisciotte egli dichiarò:
Il significato del richiamo di Ressman... deve cercarsi nell'implacabile risentimento di Crispi... per la parte [a Ressman] attribuita nelle rivelazioni intorno a Cornelio Herz. Dico attribuita, e attribuita a torto (Don Chisciotte, 6.2.1895).
Né diversamente sembrò pensare lo stesso Ressman. In una lunga lettera da Parigi, in data 21 marzo, a Rattazzi, per lui solo , Ressman si dolse amaramente del trattamento riservatogli da Crispi, naturalmente negando ogni torto suo nei confronti di lui (Fondo Rattazzi, B. 1042).
Infine, Crispi avrebbe invitato il Governo francese a richiamare Billot da Roma (// Corriere della Sera, 9-10.1.1895). In effetti, l'Arena del 9 gennaio sostenne che documenti erano stati fatti pervenire a Cavallotti per interessamento di Billot, a mezzo di un impiegato dei Wagons Lits, che sarebbe stato per ciò espulso dall'Italia.
La questione morale di Cavallotti contro Crispi
Indubbiamente il Governo francese aveva accolto con soddisfazione la prospettiva che Cavallotti divenisse il corifeo dello scandalo anti-crispino. Non solo Cavallotti era notoriamente anti-triplicista e filo-francese, ma in Francia egli aveva numerosi contatti negli ambienti extra- ed anche antigovernativi. Ciò offriva il destro al Governo francese di far pervenire a Cavallotti documenti in suo possesso senza correr rischio di compromettersi.
Ma quali documenti 'Cavallotti poteva sperare di ottenere dal Governo francese, o attraverso chi aveva accesso ai segreti della Commissione del Panama, che avrebbero deciso lo scandalo in senso anti-crispino? A Crispi erano state mosse due accuse: 1) di aver brigato la concessione di una decorazione a Herz dietro compenso di una somma di denaro (50.000 franchi? 60.000 lire?); 2) di aver opposto resistenza alla revoca della decorazione decisa dal Re. Mentre le prove relative alla seconda accusa erano da cercarsi in Italia o, se mai, presso Herz; le prove relative alla prima accusa potevano solo essere o nelle mani di Crispi, o nelle mani del Governo francese, o tra le carte della Commissione del Panama. L'Italia Reale aveva già pubblicato il testo di una lettera di de Reinach a Crispi che annunciava l'invio di 50.000 franchi, dei quali farete -l'uso convenuto . Crispi aveva ammesso l'esistenza della lettera e l'invio della somma, che però aveva spiegato come dovuta per passate prestazioni professionali. Il minimo per Cavallotti era di produrre l'originale della minuta della lettera o copia autenticata dell'originale; ma possibilmente anche qualche altro documento che provasse la destinazione effettiva, a fini di corruzione, della somma inviata.
2?) Durante l'intera polemica con Cavallotti, il giornale di Crispi, La Riforma, si riferì al giornale di Cavallotti come Le Siede, di Milano .