Rassegna storica del Risorgimento
CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno
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1987
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505
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Lo scandalo della decorazione Herz 505
Cavallotti non poteva, invece, sperare di trovare in Francia la prova della seconda accusa mossa a Crispi: che il Cordone Mauriziano era stato revocato dal Re con l'opposizione di Crispi, che già l'aveva spedito a Herz, Ma (furono probabilmente i suoi amici radicali francesi che fecero osservare a Cavallotti che se il decreto era effettivamente nelle mani di Herz,3" con Herz si poteva trattare: essi ne conoscevano il modo, e lo avrebbero aiutato.
Una corrispondenza del 7 luglio da Londra alla Tribuna parlò di replicati tentativi fatti da Cavallotti presso Herz tramite Henri Rochefort, il direttore del radicale Intransigeant che, alla fine del 1892, in esilio a Londra, aveva avuto noti contatti con Herz. Secondo la Tribuna, Rochefort, spinto da un amico comune suo e di Cavallotti, l'internazionalista Carlo Malato, aveva già trattato la questione con Herz a Londra alcuni mesi prima, e si trovava di nuovo colà per tentare Herz. In effetti, II Corriere della Sera dell'I 1-12 maggio aveva informato che la moglie dell'anarchico Malato, in provenienza daU'Inghilterra, era stata arrestata dalla polizia francese a Dieppe, e che le erano state sequestrate carte importanti.
Per il secondo tentativo, Cavallotti inviò anche un suo rappresentante dall'Italia (Tribuna, 8.7.1895). Costui, secondo una lettera che il console Basso scrisse a Crispi da Ginevra, il 30 giugno, sarebbe stato l'avvocato Gori (DSPP, Fase. 2230, S.F. 1). Ma, secondo quanto l'ex presidente della Camera dei Deputati, Giuseppe Biancheri, disse a Farini di 28 giugno, l'inviato di Cavallotti presso Herz era Enrico Cernuschi (Farini, p. 720). Tuttavia anche questo secondo tentativo non fu coronato da successo; anzi, tornò a danno di Cavallotti. Il Re, infatti, confidò a Farini il 7 luglio: Ora Crispi deve avere in mano Cavallotti; dicono avergli rubato dei documenti compromettenti per l'affare Cernuschi e Cavallotti deve essere ridotto a più miti consigli {Farini, p. 726).
Dinnanzi ai ripetuti tentativi di Cavallotti di contattare Herz, Crispi non rimase inerte. Curiosamente, in un primo tempo, Crispi dovette pensare che Cavallotti cercasse di ottenere, tramite Herz, la sua corrispondenza con Reinach, che egli credeva fosse stata allegata agli atti del Processo del Panama, e istruì l'ambasciatore a Parigi, Tondelli, di fare indagini in merito. Infatti, tra le Carte Crispi si trova un telegramma cifrato di Tornielli a Crispi, dell'8 giugno, che rivelava come Herz, essendo contumace, non aveva accesso alle carte processuali del Panama (DSPP, Fase. 2230, S.F. 1). In seguito, però, Crispi dovette capire meglio quanto Cavallotti cercava di ottenere da Herz a Londra e probabilmente cercò, o direttamente o a mezzo emissari, di precederlo. Il Corriere della Sera del 22-23 giugno, riferì la notizia che Crispi sarebbe stato in viaggio per Londra, con l'apparente motivo di assistere alle nozze del nipote del Re che dovevano aver luogo in Inghilterra. Ma, secondo quanto Rattazzi pretese con Farini, Crispi avrebbe trattato con Herz a Londra a mezzo dell'ex-deputato Filippo Cavallini (Farini, pp. 728-729).
cnvoie à M. Crispi 50.000 fr. pour le compie de Herz, pour lui faire donner une decoratori" (C 5480).
31) Secondo una confidenza fatta da Mariotti a Farini, sarebbe stato invece Giolitti ad avere in mano il decreto di nomina (Farini, p. 672); Giolitti avrebbe così preceduto Cavallotti presso Herz?