Rassegna storica del Risorgimento

CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno <1987>   pagina <507>
immagine non disponibile

Lo scandalo della decorazione Herz 507
li ho io... (Farini, p. 696). E, sempre il 13 giugno, con enfasi non minore, Rattazzi gli aveva detto:
Prima di mandare questa risposta [a Cavallotti, che ci saremmo potuti incontrare presso qualche comune amico], la feci, per mezzo di [Pietro] Brambilla, giungere al Re, lasciando a Sua Maestà giudicare se fosse utile che io vedessi Cavallotti. E Stia Maestà [mi fece] rispondere di sì... Mio solo scopo nell'accostare Cavallotti (che io credo uomo d'ingegno, ottimo ed utile elemento) ravvicinarlo al Re (Farini, p. 698).
Gran parte della stampa indipendente (per esempio, Il Corriere della Sera del 25-26 giugno) opinò che il Re avesse per lo meno tacitamente sanzionato la lettera di Rattazzi alla Tribuna e quindi, di riflesso, la lettera di Cavallotti Agli onesti di tutti i partiti. Naturalmente ciò fu in seguito adombrato anche da Cavallotti {Secolo, 22-23.11.1895). Ma persino due leaders perfettamente rispettabili quali Biancherd e di Rudinì fecero mostra di crederlo. Ecco come il primo riportò a Farini (che però si ostinava a non credervi) l'opinione del secondo: Rat-tazza, prima di pubblicare la lettera colla quale conferma le accuse di Cavallotti contro Crispi, l'ha fatta vedere al Re!! (Farini, p. 720).
Le rivelazioni stampate da Cavallotti e sanzionate da Rattazzi erano sostanzialmente tre. 1) Allegata al secondo rapporto di Ressman su Herz vi era una lettera di Freycinet che negava ogni suo interessamento per una decorazione italiana a Herz. Nella sua lettera Cavallotti disse che ciò era stato confermato da Freycinet al corrispondente del Secolo da Parigi, in un'intervista nella quale Freycinet aveva anche detto che la Légion d'Honneur era stata concessa a Herz per far piacere a Menabrea. Ed è interessante notare che, in un colloquio con Farini del 12 giugno, e quindi prima della pubblicazione della lettera di Cavallotti, Rattazzi si mostrò al corrente di questo particolare (Farini, p. 694): ciò conferma come Rattazzi e Cavallotti fossero in continuo rapporto sulla questione della decorazione a Herz. 2) A seguito del rapporto sfavorevole di Ressman Rattazzi, per incarico del Re, si era recato per ben due volte da Crispi, debitamente informandone il presidente del Consiglio di Rudinì, per otte­nere la restituzione del decreto di nomina e due volte Crispi aveva rifiu­tato. 3) In occasione della seconda visita, Crispi aveva mostrato a Rattazzi uno chèque dà 60.000 lire offerto da Herz per la decorazione che Rattazzi non aveva voluto accettare. Come già ricordato, anche di Rudinì aveva detto alla Commissione dei Sette di un pagamento, da parte dà Herz, di 60.000 lire, a scopo di beneficenza, per ottenere la decorazione; mentre 'l'Italia Reale aveva scritto di un invio di 50.000 franchi da de Reinach a Crispi, delle quali farete l'uso convenuto .
Nella sua difesa, Crispi, attraverso La Riforma, negò l'esistenza dello chèque di 60XXK) lire, aggiungendo che invano lo fece cercare alla Banca Nazionale (Riforma, 24.6.1895). *0 Farini non fu probabilmente il solo a
3?) Per U resto La Riforma del 24 giugno sostanzialmente confermò le dichiarazioni fatte in precedenza, eccetto che questa volta pubblicò l'intero testo del rapporto di Menabrea su Herz, comprese quelle frasi meno lusinghiere per Herz che lino ad allora erano state tenute segrete.