Rassegna storica del Risorgimento

CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno <1987>   pagina <518>
immagine non disponibile

518
Libri a periodici
Milano nel marzo del 1848, Ficquelmont, pur non avendo un precìso sentore di quel che sarebbe successo, aveva però ormai definitivamente preso alto non solo dell'incapacità, ma anche dell'impossibilità da parte dell'Austria di dare una soluzione politica al problema delle province italiane.
Più articolato il secondo saggio, Le ripercussioni in Austria degli avvenimenti
politici italiani del 187b (già presentato al XLIX Congresso di Storia del Risorgimento
italiano, e pubblicato negli Aiti dello stesso), in cui Ara ricompone pazientemente ed
accuratamente le reazioni dell'opinione pubblica e del governo austriaci di fronte al passaggio
di potere dalla Destra alla Sinistra verzicatosi in Italia nel marzo del 1876. Contrariamente
a quanto sarebbe lecito supporre, sul giudizio espresso dalla slampa austriaca non gravava
allatto l'ombra delle campagne militari che avevano messo di fronte nel 1848-'49, nel 1859
e nel 1866 l'Italia e 1"Austria, mentre sembrava giganteggiare quella della soluzione della
questione romana: sia i giornali clericali che quelli liberali si soffermavano infatti a più
riprese nelle loto analisi della situazione italiana sugli effetti prodotti dalla presa di Roma,
formulando ovviamente giudizi contrastantii per i primi (lo Osterreichische Volksfreund
ed il Vaterlund) il giovane Stato italiano era la potenza che, occupando la Città Eterna,
aveva limitato i diritti e le libertà del Santo Padre, oppresso al suo interno la chiesa
cattolica; per i secondi, con in testa la Neue Frei Presse, autorevole giornale filo-governativo,
la politica laica e di contenimento dell'influenza clericale seguita con coerenza dalla classe
dirigente italiana andava lodata; criticabile, semmai, era la sua eccessiva cautela. Una
analoga divergenza di giudizi sia pure espressi con toni più cauti e moderati rispetto a
quelli usali dalla stampa Ara coglie nelle posizioni dei rappresentanti diplomatici presso
la banta Sede ed il Quirinale. Diverso l'atteggiamento nei riguardi della caduta del
governo presieduto da Minghetti: esso non sembrava preoccupare più di tanto la stampa
austriaca, mentre veniva giudicato negativamente dal rappresentante presso il Quirinale, che
così si espresse sul futuro del nuovo gabinetto: qui ne fera rien de bon s'il ne dure pas,
mais qui pourra taire beaucoup de mal et mème devenir dangereux s'il dure longtemps
(p. 78). Gii osservatori austriaci avevano in ogni caso colto subito la sostanziale continuità
tra vecchia e nuova maggioranza, tanto in politica interna che in politica estera, sebbene
per quei che riguardava quest'ultima una certa preoccupazione sembrava manifestarsi per
l'acuirsi della questione d'Oriente, con le voci di un possibile avvicinamento tra Italia
e Russia e, soprattutto, per la possibile richiesta di compensi territoriali da parte del
governo italiano in caso di espansione austriaca nei Balcani. Questi problemi, in ogni caso,
non sembravano incidere più di tanto sul giudizio sostanzialmente positivo espresso dalla
stampa liberale e filo-governativa austriaca nei riguardi del primo periodo di governo della
Sinistra in Italia, mentre era ancora negativo, più di quello sul governo della Destra,
quello della stampa clericale, per la quale la costituzione di un ministero rosso veniva
ritenuta la premessa ad un passaggio dal sistema monarchico a quello repubblicano.
Con il terzo saggio, Appunti sull'antisemitismo austriaco (pp. 123-135), Ara traccia in una breve e lucida sintesi la genesi del moderno antisemitismo austriaco, il quale, pur riprendendo parte dei pregiudizi e delle motivazioni dei precedenti movimenti antiebraici, presenta di fatto molti elementi di novità rispetto ad essi.
Segue un ali rena rito breve ed interessante articolo in cui lo studioso esamina lo stato del governo e dei parlamento in Austria nel quadriennio 1911-1914, corrispondente al mandato parlamentare di Cesare Battisti (pp. 137-153). Si tratta di un periodo estremamente confuso della storia politica austriaca, caratterizzato da un eccessivo frazionamento non solo tra le diverse componenti politiche rappresentate nel Reichsrat, ma anche da una divisione al loro intemo. Ara accenna solo marginalmente ali'a ili vita parlamentare di Battisti, preferendo soffermare la sua analisi sulla crisi del sistema politico austriaco nel corso della legislatura che precedette la prima guerra mondiale, periodo nel quale l'inge­renza esterna del sovrano e dei circoli militari da una parte e l'ostruzionismo delle singole componenti nazionali dall'altra avevano di fatto bloccato l'attività del Reichsrat.
Di carattere volutamente divulgativo, in quanto originariamente concepito per un pubblico austriaco, è il saggio L'immagine dell'Austria in Italia (1848-1918) (pp. 155-214), in cui Ara, semplificando volutamente al massimo, riduce a due le concezioni principali