Rassegna storica del Risorgimento
CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno
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1987
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520
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Libri e periodici
in questo modo la tanto -perseguita maggioranza italiana nella regione. Come giustamente sottolinea Ara, due sono i dati che emergono dall'esito delle votazioni a favore dell'opzione germanica: in primo luogo il risultato era legato ai successi diplomatici e militari della Germania di Hitler (con la evidente incapacità di distinguere il paese dal suo capo); in secondo luogo e questo è l'aspetto più preoccupante non si trattava solo di un, voto filo-germanico e filo-nazista ma anche e soprattutto di un voto anti-italiano ed anti-fascista, una radicale risposta di protesta alla violenta politica snazionalizzatrice operata per un quindicennio dal regime fascista.
VINCENZO FANNINI
ENRICO BERTINI, Timoteo Riboli medico di Garibaldi. Vita esemplare di medico, scienziato, giornalista e patriota sempre a fianco di Garibaldi. (Colorno 1808-Torino 1895); Roma, Stamperia Ambrosiana, 1986, in 8, <pp. 450. S.p.
Certamente Enrico Bertini è un buon ricercatore. Non ha tralasciato veramente nulla nella sua minuziosa ricerca bibliografica, ha consultato i dodici volumi che raccolgono la corrispondenza epistolare tra il nostro romantico patriota e il gen. Garibaldi, ha viaggiato, con la pazienza certosina dello storico, dagli archivi centrali di Roma a quelli locali collocati nel parmense, rovistando anche nella biblioteca del Vaticano. 11 libro si divide in cinque grosse sezioni; la prima e la seconda riguardano il periodo parmense (1808-1848) e torinese (1848-1895) del Riboli, la terza narra della ventennale amicizia con Garibaldi e le ultime due sono considerazioni varie che spaziano dalla riproduzione di lettere inviate a questo dagli intellettuali del tempo: Gioberti, Saffi, Adelaide Ristori, ad un sonetto di chiusura di lode alle camicie rosse .
Timoteo Riboli, mazziniano in origine, filo-piemontese poi, fu soprattutto oltre che medico, uomo non sordo allo spirito del suo tempo. Inizia la sua militanza risorgimentale con i moti del 1831 nel Ducato di Parma; qui scopriamo che le prime cartucce per l'indipendenza le spara assieme a Cialdini e prosegue poi partecipando ai congressi scientifici che si svolgevano lungo la penisola. Va da sé che a quei congressi non si parlava solo di medicina, ma anzi erano terreno ideale per intrecciare relazioni con le personalità liberali del tempo, sia italiane che straniere. Eccellente idea dell'autore di studiare questo percorso di aggregazione d'idee liberali, nell'Italia di quel periodo. Ma è solo con i moti del 1848, in Parma, che vedremo il Riboli protagonista, tanto da fondare un giornale, L'indipendenza nazionale, di opposizione ai moderati locali, che lo porterà a subire un grave attentato alla sua persona e a costringerlo esule a Torino, dove entra in organico nel corpo sanitario. Tuttavia assolverà, già dall'anno dopo, importanti missioni per conto del governo piemontese. È intorno al 1860, dopo essere stato volontario nel corpo Cacciatori delle Alpi che inizia l'amicizia tra Garibaldi e Ri boli. Il Generale già lo conosceva di fama e spesso si serviva di lui per far recapitare missive al governo piemontese. Tuttavia merita di essere citato il modo come si conobbero: infatti Timoteo Riboli, studioso di Frenologia, scrìsse al generale per avere il permesso di studiare il suo cranio. E in effetti, nel 1861, pubblicherà un volumetto intitolato: Craniologia di Garibaldi . Praticamente da quell'anno egli diventa medico di fiducia del generale e gli sarà accanto durante il lungo periodo di degenza, dopo la ferita suH'Aspromonte. La ferita al piede del Generale, scrive Riboli, suscitò molto scalpore perché i medici che accorsero in gran numero, sbagliando la diagnosi, non si accorsero della presenza di un proiettile nel piede. Ventisei chirurghi si alternarono al suo letto, finché Zanetti, gli estrasse la pallottola affidando poi alle cure del Riboli il malato.
Timoteo Riboli sarà poi chiamato dall'eroe dei due mondi al comando delle ambulanze dei Vosgi, nella guerra franco-prussiana del 1870.
Ma il Riboli merita di essere ricordato, oltre che per la partecipazione ai fatti d'arme del Risorgimento, anche per altre iniziative. Qui l'autore ci parla della sua partecipazione al Congresso della Lega per la pace e la libertà a Ginevra, dove già si prefigurava