Rassegna storica del Risorgimento

CAVALLOTTI FELICE; CRISPI FRANCESCO; HERZ CORNELIUS
anno <1987>   pagina <526>
immagine non disponibile

526
Libri e periodici
dopo aver nuovamente sottolineato le condizioni naturali del Sud, Fortunato affermava che la condizione por uno sviluppo dell'agricoltura (fondata non più sulla cerealicoltura, ma sull'olivo, la vite e gli alberi da frutta) avrebbe dovuto essere l'abbondanza di capitali. Questa avrebbe potuto essere possibile a meno che * a pace conclusa l'Italia non sarà artifi­ciosamente lanciata in una politica di avventata produttività industriale, che la costringa sempre più a gravar di pesi e dj angherie la fonte primigenia del risparmio nazionale, solo alimentatore d'ogni ramo delle attività economiche (G. FORTUNATO, Prefazione a E. AZI-MONTI, II Mezzogiorno agrario qua! è, Bari, Laterza, 1919, p. xvtn).
Cingari, dunque, inquadra l'evoluzione di Fortunato nell'incapacità di comprendere le forze che ponevano in termini nuovi e diversi il rapporto Stato-Mezzogiorno. Il lucano insisteva nel ribadire le sue idee fìsse e ad avvertire che, nonostante le apparenze, le basi dello Stato restavano fragili.
La crisi del dopoguerra doveva confermare le sue previsioni ed accentuare il suo pessimismo. Egli aveva vagheggiato un alto modello di Stato e un reale ampliamento delle basi sociali del consenso. I processi politici poco avevano corrisposto alle sue generose attese. Di qui il suo pessimismo che al di là della sua veste letteraria, attingeva ai profondi limiti di una società lenta ad intraprendere una strada di sano liberalismo e pronta, invece, alle più pericolose avventure (p. 14).
ANDREA MORONI
Il Servizio Sanitario nell'Esercito italiano, Mostra storico-documentaria, Roma, Castel Sant'An­gelo 30 gennaio-31 marzo 1987; Roma, Stato Maggiore dell'Esercito, 1987, in 4,. pp. 173. S.p.
Lo Stato Maggiore dell'Esercito pubblica il catalogo della mostra storico-documentaria, dedicata alla sanità militare, che Roma ha ospitato nelle sale del Museo di Castel Sant'Angelo dal 30 gennaio al 31 marzo 1987. Il volume ripropone il materiale fotografico, i documenti, gli oggetti esposti nella mostra, integrando le immagini con inserti storico-informativi. Le prefazioni del ministro della Difesa, senatore Spadolini, del Capo di Stato Maggiore del­l'Esercito, generale Poli, del direttore del Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, Iusco, aprono il volume sottolineando l'importanza della manifestazione, che ha voluto rendere omaggio alla preziosa opera svolta dagli uomini del Servizio Sanitario dell'Esercito Italiano, dalla nascita dello Stato unitario ad òggi. Sui campi di battaglia come negli interventi a sostegno delle popolazioni civili, colpite da calamità naturali, dal diffondersi di epidemie, dal verificarsi di situazioni di emergenza, il personale sanitario militare ha saputo assolvere egregiamente un compito di grande impegno ed innegabile valore. Di questa presenza attiva ma silenziosa la mostra ha voluto ricordare momenti ed episodi importanti.
II catalogo si articola in quattro sezioni, dedicate ai Corpi Militari che compongono il Servizio Sanitario nell'Esercito: la Sanità Militare, la Croce Rossa Italiana, le Infermiere Volontarie della C.R.I., il Sovrano Ordine di Malta. Di ciascuno i curatori del volume tracciano un breve profilo, ricordando la storia, la struttura organizzativa, il ruolo ricoperto all'interno del servizio sanitario militare; la partecipazione alle operazioni di guerra e agli interventi di soccorso per calamità pubbliche, le ricompense collettive e le decorazioni di cui le bandiere sono state insignite. Fa da cesura tra la parte introduttiva e le sezioni centrali, all'interno delle quali ritroviamo il materiale fotografico e documentario presentato nella Mostra, l'articolo di Sergio Mastini, curatore e coordinatore della pubblicazione. Rian­dando alle radici del Servizio Sanitario dell'Esercito , questi mostra al lettore come attraver­so i secoli, i problemi connessi con la sanità militare siano stati diversamente avvertiti e risolti e come, solo in tempi recenti, si siano abbandonate forme di intervento precarie e improvvisate, per adottare soluzioni più adeguate, ispirate a princìpi più umanitari e a più moderni criteri.
La particolarità del soggetto trattato, la validità degli inserti, la ricchezza del mate­riale proposto rendono il volume degno di attenzione e ne fanno un utile strumento di informazione.
ANTONELLA BURATTA