Rassegna storica del Risorgimento

ABRUZZO STORIA 1798-1799; REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
anno <1988>   pagina <4>
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4 Mario Battaglini
si fermò a Tivoli e il Micheroux, sconfitto a Torre di Palma, si ritirò a Pescara e Chieti, aprendo ai francesi la via dell'Abruzzo.
Da ciò derivò una situazione paradossale: infatti, mentre il Re era ancora a Roma (da dove si allontanò solo il 12 dicembre) 1*11 dicembre, Teramo era già occupata dai francesi e il 16 lo fu l'Aquila, mentre (quando i napoletani ancora resistevano a Capua) il 24 dicembre fu occupata Pescara, il 25 Chieti e il 1 gennaio 1799, Lanciano. Perciò, quando la Repubblica Napoletana, il 21 gennaio 1799, fu proclamata nel Cortile di Castel S. Elma, l'Abruzzo era democratizzato (come allora si diceva) da circa un mese: e ciò anche se la sua conquista fu completata solo ai primi di marzo del 1799. Se abbastanza rapida fu l'avanzata francese, altrettanto lo fu la costi­tuzione di focolai di insorgenza un poco dovunque sul territorio abruzzese: Pronio, Dario, De Riseis, De Donatis sono tra i nomi- più famosi dei capi di questa rivolta che, attraverso continui alti e bassi si mantenne sempre viva fino alla riconquista totale, e che, soprattutto, concorse a creare una barriera, pressoché insormontabile, tra Napoli e l'Abruzzo.
Di tale situazione è un'eco abbastanza viva in una lettera (del 27 mar­zo 1799) di Melchiorre Delfico2) ai suoi colleghi del Governo Provvisorio che lo sollecitavano a raggiungere Napoli. Delfico scrive: Voi ci avete non solo abbandonati, ma quel che è peggio obliati. Da' due dipartimenti primo­geniti vi mancano le nuove e nulla avete fatto per sapere se esistevano. Le più ferali tragedie si sono moltiplicate su tutta la superficie di queste contrade, ed invece di farci accrescere la forza vincitrice ed imponente, essa ci è stata tolta. Le strade per la centrale sono state occupate dai briganti, il corso della posta interrotto, e non si è spedito almeno un distaccamento di Cavalleria per mantenere libera la circolazione con la Centrale. Non prima della passata settimana io seppi ufficialmente il mio destino tra voi, e voi non avete pensato a me. A forza di supposizioni gratuite avete creduto che io potessi venire; ma dovevate sapere che io non poteva muovermi senza mettere a pericolo la mia vita, che spero sia ancora cara agli amici, come sicuramente è minacciata dai malvagi. Sicché se mi volete, pensate al modo, giacché non vi è forza da potersi assentare per iscortarmi .
In questa lettera uno è, a mio avviso, il punto importante: l'oblio cosciente dei napoletani circa gli avvenimenti in Abruzzo che comporta il mancato invio di soccorsi.
D'altra parte, di questo isolamento dell'Abruzzo esìstono numerosi altri indizi.
Cosi, nel Monitore di Napoli, quando giungono, rarissime volte, le poste dell'Abruzzo, lo si dice con tono quasi che si trattasse di notizia eccezio­nale3): ed infatti, in cinque mesi, ciò avviene solo sei volte. Ma quel che
2) // Monitore Napoletano 1799, a cura di MARIO BATTAGLINI, Napoli, Guida, 1974 [M.N.], p. 695. Analoga è la lettera che il Noli! scrisse al De Fabriciis il 31 marzo 1799 (MARIO BATTAGLINI, Atti, leggi, proclami ed altre earte della Repubblica napoletana 179S-1799, Napoli, Società editrice Meridionale, 1983, [Atti], II, 1368). Sull'isolamento del­l'Abruzzo nel 1798-99 v. anche Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, con introduzione note ed appendici di NINO CORTESE, Firenze, Vallecchi, 1926 [Cuoco], pp. 91 e 213 sgg.
*) Vedi ad es. M.N., p. 144, del 19 febbraio; 272, del 12 marzo; 504, del 4 maggio;