Rassegna storica del Risorgimento

ABRUZZO STORIA 1798-1799; REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
anno <1988>   pagina <15>
immagine non disponibile

Una repubblica giacobina in Abruzzo
e tre supplenti. Presidente era uno dei giudici a turno: non è detto però per quale periodo. Il Tribunale aveva, inoltre, due Attitanti , un Segretario, un Avvocato dei Poveri con un Procuratore e aveva a sua disposizione la forza armata per la custodia interna e per l'esecuzione della giustizia, sotto il nome di squadre di armigeri nazionali ; le squadre dovevano essere composte di 20 uomini. Il Tribunale dipartimentale giudicava in prima istanza le cause criminali, mentre decideva, in secondo grado, avverso le sentenze dei giudici locali. Contro poi le sentenze (in qualunque grado emesse) di un Tribunale Dipartimentale si poteva sempre ricorrere in appello all'altro Tribunale. Inoltre spettava al Tribunale Dipartimentale la contro­firma delle sentenze emesse dai giudici locali in materia penale.
Infine, secondo il Ferrante (ma di ciò non parla il Piano) presso il Tribunale dipartimentale esisteva anche un Promotor criminale il cui impiego consisteva nella pulizia e buon ordine delle carceri e nel dispen­sare il pane ai carcerati poveri . *5) L'esistenza di questo magistrato a> non è in contrasto con il Piano, secondo il quale la semplice sorveglianza delle carceri era affidata a turno, una volta alla settimana, ai singoli giudici: il suo compito, infatti, non sembra che fosse ispettivo, ma esecutivo. Inoltre, esso dipendeva direttamente dal Consiglio Supremo. 67> La sua figura era assolutamente ignota all'ordinamento della Repubblica Napoletana, e ciò anche se non è possibile (sulle sole vaghe indicazioni del Ferrante) indivi­duare con quale organo esattamente potesse essere identificato.
Per quanto riguarda la nomina dei magistrati notizie più minute ci sono fornite dal Ferrante. Secondo costui la nomina, con l'approvazione del Generale in Capo, era effettuata dal Consiglio Supremo in seguito di una nota di dottori probi e di cognizione, redatta dall'Amministrazione Centrale . Ai singoli giudici era inviata la patente che doveva essere seguita dal giuramento repubblicano prestato dinanzi alla Municipalità. > I magistrati giuravano di esercitare fedelmente li loro rispettivi impieghi, di sostenere la Repubblica e di odiar sempre la Monarchia e i Tiranni . Di notevole in questa formula è il fatto che, contrariamente a quella che veniva prestata a Napoli e che parlava di fedeltà alla Repubblica napole­tana e al Governo Provvisorio , non contiene altro che il riferimento a sostenere la Repubblica senza menomamente richiamare il Governo Prov­visorio ed aggiunge, invece, l'odio alla Monarchia.
Alla prestazione del giuramento seguiva la presa di possesso. Altre
65) Atti, II, 1377.
66) Nell'atto di accusa, pubblicato dal De Tiberiis (p. 32), si dà anche un'altra denominazione a quest'ufficio e cioè Archiviano Repubblicano della Municipalità . Il nome del Promotore era Giuseppe Valenza.
OT) Infatti, al Consiglio che si rivolge direttamente il Valenza per avere un aumento di stipendio (De Tiberiis, p. 32).
8) Atti, FI, 1375; vedi anche De Tiberiis, p. 41.
69) Notevole anche questa diversità con la Rcpublbica Napoletana, nella quale il giuramento veniva prestato (da tutte le categorìe di pubblici dipendenti) dinanzi alla Assemblea dei Rappresentanti e non, come in Abruzzo, dinanzi alla Municipalità (Atti I, 326).
70) Atti, li, 1376; vedi anche De Tiberiis, p. 31.