Rassegna storica del Risorgimento

ABRUZZO STORIA 1798-1799; REPUBBLICA NAPOLETANA 1799
anno <1988>   pagina <16>
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Mario Battaglìni
norme di carattere generale conteneva poi il Piano e in particolare: l'aboli­zione di tutte le giurisdizioni anteriori e della carcerazione per débiti (quest'ultima ignorata a Napoli); l'uso della lingua italiana per i decreti e le sentenze; la raccomandazione di effettuare sempre il tentativo di conci­liazione; la raccomandazione ancora di risecare tutte le eccezioni e dila­zioni non necessarie alla giustizia e alla verificazione dei fatti specie nella fase di esecuzione.
Le udienze dei tribunali dipartimentali erano quotidiane e iniziavano alle nove di mattina, per terminare a mezzogiorno ed oltre.
Quanto allo stipendio (era infatti abolita la sportula, anche per gli attitanti) esso era così stabilito:
a) per i giudici del Tribunale e per i giudici locali, 20 ducati mensili se del luogo, e 25 se forestieri;
b) per l'Avvocato dei poveri, 20 ducati mensili e per il Procuratore, 10;
e) per il segretario e gli Attitanti dei Tribunali 20 ducati mensili, mentre per i subalterni e gli scrivani, 10 ducati mensili;
d) per gli Attitanti dei giudici locali 10 ducati mensili.
Questo, nelle grandi linee, l'ordinamento giudiziario vigente in Abruzzo nel 1799.
Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa, abbiamo solo i documenti che riguardano i generali francesi Duhesme e Coutard.
Il primo infatti, fin dall'8 dicembre, quando poneva piede in Abruzzo, prometteva di punire esemplarmente i francesi che si fossero permessi di insultare alla Religione, a' suoi Ministri o a' segni esteriori . ">
Coutard invece giura, in una lettera all'arcivescovo di Chieti, Bassi, il libero esercizio del Culto Cattolico ed una particolare protezione ai suoi Ministri. Chiede però che nelle prediche domenicali venga letta e spiegata la dichiarazione dei diritti dell'uomo e dei doveri del cittadino e termina affermando: il sentimento della nostra dignità onora il Creatore che ci fece alla Sua immagine, cioè liberi, giusti e buoni come Lui.7*) Parole che solo con questo commento del Moniteur si possono comprendere: Les parisiens riront sans doute...: qu'ils se transportent à Naples, et ils nous applaudiront . 73>
La religione cioè, in questo periodo, nell'ex Regno di Napoli è un grande mezzo di propaganda che non può essere ignorato. E l'arcivescovo comprese benissimo quale era il tono della lettera di Coutard e rispose74) adeguata­mente, anzitutto sostituendo nella sua lettera alla parola Dio quella di Ente Supremo e facendo propria inoltre la dottrina secondo la quale era necessaria l'ubbidienza alle pubbliche podestà costituite [...] come
7 Atti, li, 1350.
72) Atti, XI, 1356.
73) M.N., p. 858 (è il n. 208 del Moniteur del 18 aprile 1799).
74) Atti, .TI, 1357 e, per l'intiera corrispondenza Coutard-Bassi, De Tiberiis p. 33.