Rassegna storica del Risorgimento

DECENTRAMENTO; REGGIO CALABRIA AMMINISTRAZIONE 1861-1865
anno <1988>   pagina <19>
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ASPIRAZIONI AL DECENTRAMENTO IL CASO DI REGGIO DI CALABRIA (1861-1865)
La carenza di una letteratura relativa alla vita delle amministrazioni locali e del loro rapporto con lo Stato, nell'Italia meridionale dell'800, ha fin qui favorito la visione storica, piuttosto generalizzata, di una statica e spesso mortificante situazione in cui tali istituzioni sarebbero state co­strette sia dal regime borbonico sia dallo Stato unitario. Insieme con la compressione degli interessi politico-amministrativi locali, ogni forza vitale sembrava fosse stata contrastata e circoscritta con grave danno della vita socioeconomica e culturale delle stesse popolazioni.
Lo Stato borbonico, fino alla sua caduta, aveva mantenute inalterate le disposizioni del 1816: nel lungo prepotere del governo centrale, Pro­vince e Comuni non erano riusciti ad emanciparsi e da esso avevano con­tinuato ad attendere ogni decisione ed ogni aiuto.
Successivamente lo Stato unitario, avocando a sé la somma dei poteri, in effetti non aveva modificato questa situazione per cui gli Enti locali costituirono una realtà politica minoritaria su cui i Prefetti, rappresen­tanti dell'Esecutivo, dovevano vegliare.
La recente storiografia in occasione del centenario dell'unificazione e nel dibattito culturale degli anni 70 intorno alle Regioni, aveva indivi­duato e proposto una riflessione su una lunga serie di problemi, relativi alla legislazione organica dello Stato unitario; aveva colto la dinamica dei vari aspetti dell'amministrazione, ma, come afferma il Cassese," aveva finito per privilegiare la politica legislativa e le scelte parlamentari di disciplina amministrativa, più che la gestione concreta e le proposte fatte dall'amministrazione stessa, specie da quella periferica.
Allo stato attuale si lamenta la mancanza di studi relativi all'eser­cizio del potere poUtico-amministrativo nelle singole zone del Paese, spe­cie nel Mezzogiorno, studi che, attraverso l'esame delle istituzioni locali e statali-periferiche, chiariscano il rapporto degli Enti locali col potere centrale e puntualizzino il ruolo aggregante che tali istituzioni hanno avuto sulla società civile.
Al tempo stesso appaiono scarse le analisi di carattere socio-econo-mico-professionale oltre che politico delle classi dirigenti cittadine che possano determinarne il ruolo, svolto su due piani: locale e nazionale non dimentichiamo che, spesso contemporaneamente, molti personaggi hanno ricoperto le cariche di consiglieri provinciali e di deputati al Par-
i) SABINO CASSESE, Le istituzioni amministrative, in L'Italia unita nella storiografia dei secondo dopoguerra, Milano, 1980, pp. 61 sgg.